M5S: "Province, nel dl sul femminicidio
l'emendamento che annulla la riforma"
La denuncia sul blog di Grillo. Nel testo contro la violenza sulle donne compare un articolo che blocca il prolungamento dei commissariamenti imposti dal decreto Monti. Se la legge di riordino non arriverà in tempo, si ritornerà alla legislazione precedente. La replica del Pd: "I grillini in aula si erano astenuti, riconoscendo la fondatezza della norma"
La questione era stata segnalata da Movimento Cinque Stelle (per voce di Danilo Toninelli) e Sel (attraverso Nazzareno Pilozzi) al Fatto Quotidiano, ma la notizia non ha avuto grande risalto mediatico. Per capire che cosa hanno in comune il decreto sul femminicidio e la riforma delle Province dobbiamo fare un passo indietro e tornare al governo Monti. L'esecutivo del Professore stabilì un decreto che prevedeva il commissariamento dei consigli provinciali in scadenza nel 2012; venne poi un secondo decreto, che prorogò il commissariamento nel 2013. Venne infine l’articolo 12 del decreto legge 14 agosto 2013 - quello sul femminicidio, appunto, intitolato "Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province" - che prolungò ulteriormente tale regime fino a giugno 2014.
Fin qui il passato. La novità di questi giorni è che, all'interno del decreto sul femminicidio, è spuntato a sorpresa un nuovo emendamento, firmato da Gianclaudio Bressa del Pd, che vanifica l’ultima proroga, bloccandola al 31 dicembre 2013. "Questo è il via libera alle prossime elezioni dei consigli provinciali, a partire da gennaio 2014", ha commentato Toninelli, e ha aggiunto: "In assenza di una riforma con legge ordinaria, approvata entro fine anno, si andrà al voto normalmente, senza modifiche di alcun genere, senza riduzione di funzioni e numero di consiglieri".
La replica del Pd arriva da Gianclaudio Bressa: "Il blog di Beppe Grillo smentisce i
Deputati del m5s i quali in commissione si sono astenuti sull'emendamento soppressivo dell'articolo 12 in merito alle province riconoscendo la sua fondatezza". E aggiunge: "Lo scopo dell'emendamento, è quello di evitare che la corte costituzionale possa intervenire e annullare il provvedimento, come è già accaduto con il salva italia del governo monti. La riforma delle province ha subìto un'accelerazione poichè sul ddl il governo ha posto l'urgenza e ed entro la metà di novembre sarà al voto dell'aula. Quanto ai commissariamenti, prorogati dalla legge di stabilità dello scorso anno fino al dicembre 2013, potranno essere di nuovo prorogati con la prossima legge di stabilità. Le chiacchiere, dunque, le fa bugani e il distintivo del disinformato e del dilettante se lo appiccica lui".
Che cosa succederà, dunque? I giudici costituzionali hanno deciso che la riforma delle province non può essere disposta per decreto, ma deve seguire l’iter parlamentare. E di questo si sta occupando, da mesi, il ministro degli Affari Regionali Graziano Delrio, che proprio una settimana fa ha presentato il suo ddl a comuni, province e regioni. Di certo c’è che il 31 dicembre scadranno i commissariamenti. E da gennaio, se la legge Delrio non sarà approvata in tempo, le Province potranno tornare al voto.
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