Ore 17.00, Senato della repubblica. Lo staff del Movimento 5 stelle è in apprensione: "Che ne pensate voi giornalisti, come la vedete?". Non era bastato il post della mattina, che sconfessava i fedelissimi Maurizio Buccarella e Andrea Cioffi, 'rei' di aver presentato un emendamento (approvato), sull'abolizione del reato di immigrazione clandestina. Sul blog di Beppe Grillo altra stangata ai suoi parlamentari. Viene precisato il "metodo": che prevede che qualunque proposta al di fuori dal programma, anche se approvata dalla rete, non possa essere portata in Parlamento prima della prossima legislatura.
Quando il testo inizia a girare a Roma, lascia sconcertati la maggior parte degli stellati. Il filo diretto che la comunicazione tiene con la Casaleggio&associati non basta a schiarire il campo dalle perplessità. "Quindi le proposte che ho presentato su discariche e inceneritori non vanno più bene?", si domanda Stefano Vignaroli, che etichetta il post con parole irripetibili. Il fatto è che, fino a metà pomeriggio, anche lo staff ha difficoltà a sentire il leader: "Non sappiamo bene quale sia la strategia". Nicola Biondo, capo della comunicazione, arriva a Palazzo Madama, e si chiude con l'omologo del Senato in una riunione fiume di oltre tre ore. All'uscita bocche cucite.
Alla fine trapela che Casaleggio aveva avvertito i suoi uomini della tempesta che stava per scatenarsi. "Ma noi non lo abbiamo sentito", spiegano i due autori dell'emendamento. Buccarella ai suoi ragiona sul fatto che "potrebbe essere una strategia per recuperare voti, ma a mio avviso ne perdiamo di più in questo modo". Cioffi dice di non capire, ma tira dritto: "Sono cose che mi scivolano via". I senatori sono compatti nello stringersi accanto ai loro colleghi. La comunicazione se ne accorge, inizia a gettare acqua sul fuoco: "Rimanete freddi e tranquilli, non incendiate i ragazzi della Camera". Già, perché il barometro della riunione congiunta in serata (Buccarella aveva chiesto lo streaming, proposta respinta) vira su tempesta. L'ipotesi che circola al Senato è quella di ragionare su un pacchetto complessivo di misure sull'immigrazione da sottoporre poi alla rete, ma i toni e le argomentazioni dei post proprio non vanno giù. "Ci siamo sparati sui c......i", sintetizza Vincenzo Caso. La senatrice Maria Mussini mantiene l'aplomb, ma è netta: "C'è una bella differenza tra discutere e rilasciare una dichiarazione. Il nostro elettorato ha voglia di confrontarsi, quella di Grillo è una dichiarazione". Il fedelissimo Alberto Airola non nasconde le sue perplessità: "Secondo me Beppe ha preso un abbaglio questa volta, bisognerà spiegarglielo, chiarirgli le idee".
Giuseppe Vacciano entra anche nel merito della questione. Pubblica su Facebook il verbale della riunione dei senatori alla quale era stato sottoposto l'emendamento, e spiega che è stato "approvato con acclamazione".
Arriva anche il parere pesante di Luigi Di Maio: "Personalmente sono per l'abolizione del reato di clandestinità, va abolito e non serve a niente. Decideremo tutti insieme". Le parole di Manlio Di Stefano, solitamente tra i più vicini alle posizioni dell'ex-comico, sintetizzano bene l'umore della giornata: "Nel merito detesto il reato di clandestinità per il semplice fatto che l'Italia non è la Francia, noi subiamo sbarchi continui e questo reato non fa altro che complicare i rimpatri e affollare le carceri". Elena Fattori usa l'arma dell'ironia: "il Movimento 5 stelle è talmente democratico, che persino Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio possono esprimere la propria opinione con un post sul blog. Uno vale uno". Peccato che sia solo una battuta.