giovedì 10 ottobre 2013

Uno vale uno. Uno vale uno. Uno vale uno. Uno vale uno.


Beppe Grillo, i clandestini e la guerra nel M5S

di  - 10/10/2013 - Sul blog del Semplice Portavoce del MoVimento 5 Stelle si discute animatamente. Intanto fra i senatori serpeggia il malcontento. E c'è chi ricorda...

Beppe Grillo, i clandestini e la guerra nel M5S<1/31>

Beppe Grillo, i clandestini e la guerra nel M5S
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«E avremmo dovuto governare?!?! Se capita un emergenza straodinaria (chiamasi così perchè imprevedibile) di vitale importanza che facciamo? Non era nel programma chiediamo scusa ai terremotati agli alluvionati ecc ecc Ma per favore!!! Con un pò di elasticità a quest’aora avremo contribuito a cambiere il paese invece di restare nella melma della trincea a tutti i costi… deluso deluso deluso»: la giravolta in atto nel MoVimento 5 Stelle tra Beppe Grillo e Casaleggio da una parte e i senatori dall’altra ha portato a undibattito piuttosto furioso nel blog del Semplice Portavoce. Nel quale, tra annunci di addii al MoVimento (un classico, che spesso si rivela fallace) e litigi tra utenti, l’elettorato discute e si scanna sulla questione dell’immigrazione. E c’è chi non rinuncia all’ironia:
beppe grillo reato clandestinità 6

BEPPE GRILLO E IL REATO DI CLANDESTINITA’ 
- Qui è raccolta una trentina di commenti piuttosto significativi (segnalati da lei):
Ma è la contestazione della linea di Grillo e Casaleggio a farla da padrone: ” Diversi intellettuali (tra cui Dario Fo e Franca Rame) hanno firmato un «Appello contro il ritorno delle leggi razziali in Europa»: «È stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non più gli ebrei bensì la popolazione degli immigrati irregolari, che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali»”, scrive un utente. ” Il reato di clandestinità serve solo ad affollare le nostre carceri. Lo sapete quanto ci costa un immagrato in manette? tremila euro al giorno”, dice un altro. Ma c’è anche chi difende la linea: “Condivido ogni parola di questo post e aggiungo che se gli italiani non si liberano da quella che viene definita “egemonia culturale” caratterizzata da un peculiare virus ideologico, frutto di anni di demagogia, di inganni, di falsità, di chimere, di condizionamenti, di tessere di partito e di prepotenza sarà davvero la fine. Sembra di vivere in un paese sudamericano in cui la confusione impazza. E’ oramai chiaro che tra i nostri eletti non esiste alcuna comunione di intenti. Era inevitabile visto l’improvviso successo del Movimento e l’impossibilità di conoscere a fondo, per mancanza di tempo, la storia di ogni candidato. A mio avviso è arrivato il momento di sciogliere il M5S ed andare oltre. Questi resisteranno per l’intera legislatura e ho l’impressione che alcuni degli eletti dei 5S si siano già omologati al sistema. E’ il mio punto di vista”.

LA LINEA DEI SENATORI 
- Nel frattempo, in attesa dell’assemblea delle 19,30 (e violando il silenzio stampa annunciato da Paola Taverna), tra i senatori serpeggia un po’ di malcontento. Dell’emendamento che abolisce il reato di clandestinità, approvato ieri in commissione Giustizia al Senato, “ne avevamo parlato in assemblea e nessuno aveva alzato la mano per dire di no”, puntualizza il senatore M5S, Andrea Cioffi, firmatario della proposta di modifica della ‘discordia’. All’emendamento sconfessato da Grillo e Casaleggio si era inoltre accennato ieri mattina nel corso di una conferenza stampa dei grillini dove erano presenti diversi parlamentari M5S delle commissioni Giustizia di Camera e Senato. E c’è anche chi, come Maurizio Romani e Laura Bignami, segnala che esistono i verbali delle discussioni:
E ci sono anche alcune vecchie conoscenze di Grillo e Casaleggio che tornano a farsi sentire. “Il post di Grillo e Casaleggio sull’abolizione del reato di clandestinità conferma che i parlamentari del M5S sono, di fatto, in libertà vigilata. Possono fare quello che vogliono ma solo fino a quando non si scontrano con gli interessi dei loro capi”, dice Giovanni Favia, consigliere regionale dell’Emilia-Romagna ed ex esponente del Movimento Cinque Stelle, riguardo al post con il quale Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio hanno ripudiato la paternità dell’emendamento proposto da due senatori del M5S che mirava ad abolire il reato di clandestinità. “Questa notte, con un post sul mio profilo Facebook, avevo anticipato cosa stava per avvenire all’interno del Movimento, intuendo il bluff che si cercava di piazzare – racconta Favia -. Il goffo tentativo da parte di Casaleggio di ribaltare il senso dell’emendamento con un post a firma di tutti i senatori non è serv ito a niente. Ormai la frittata era già fatta. E così ecco arrivare il post a firma di Grillo e Casaleggio, caso rarissimo e che certifica l’importanza dell’evento, che di fatto conferma come i parlamentari siano tutti in libertà vigilata, liberi di parlare e fare quello che vogliono fino a quando non toccano gli interessi dei loro capi”. Per Favia siamo di fronte a un momento di svolta per il Movimento, con le tante contraddizioni, interne ed esterne, che stanno emergendo giorno dopo giorno. “Ormai le crepe sono evidenti e sotto gli occhi di tutti – aggiunge l’ex esponente del M5S -. Grillo in questi anni ha portato avanti un incantesimo, facendo credere che destra e sinistra, come valori diffusi tra i cittadini, si fossero improvvisamente e del tutto vaporizzati. Ma mentiva e mente ben sapendo di farlo. Ormai il pasticcio è fatto. Siamo di fronte a una base di elettori che si è allargata a destra e due gruppi parlamentari culturalmente più a sinistra (anche se è meglio definirli, ascoltando certi discorsi in materia economica, dei “confusi”). Gli stessi parlamentari tra loro iniziano ad essere sempre più divisi, come testimonia il caso dell’emendamento sul reato di clandestinità ma anche su quello del DURT,( Documento Unico di Rego larità Tributaria presentato alla Camera da Girolamo Pisano) entrambi sconfessati perché hanno osato trattare “temi non contemplati nel programma e sui quali bisognerebbe coinvolgere la base”. “Un a motivazione che mistifica la propaganda di Grillo e Casaleggio – conclude Favia – Se i parlamentari devono solo attenersi al programma presentato agli elettori allora la loro attività è di fatto paralizzata, visto la banalità dei suoi contenuti. Se per ogni scelta collettiva bisogna consultare la base, o si dota il movimento di strumenti dinamici, oppure è impossibile aspettare una settimana per approvare un emendamento in commissione. La verità è un’altra: per Grillo e Casaleggio i parlamentari non solo liberi ma godono semplicemente di una libertà molto vigilata”.

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