M5S, il caso di Roberto Fico e delle residenze “mobili”
Pubblicato il dicembre 9, 2012 di graccobabeuf
Nella serata del 6 Dicembre il Meet up di Beppe Grillo della Campania è stato teatro di una polemica kafkiana. Tutta l’attenzione si è orientata intorno alla figura di Roberto Fico, storico esponente del M5S campano, più volte candidato per il Movimento, da sindaco a presidente di regione e sempre senza ottenere grandi successi; secondo Federico Mello (Pubblico Giornale), “il pupillo di Casaleggio”.
Fico è oggi diventato capolista per la circoscrizione Campania 1 in seguito alle parlamentarie, le blindatissime primarie online del M5S. Niente di strano, il ragazzo è molto popolare a Napoli. Ma sul forum del meet-up, qualcuno – avente un account fake – ha pubblicato copia del certificato storico di residenza di Roberto Fico. E in un istante è venuto alla luce che Fico non possedeva, al momento della candidatura, uno dei requisiti richiesti da Grillo: la residenza all’interno della circoscrizione in cui si propone la candidatura. Fico infatti risiedeva sino ad inizio Novembre al Circeo, fatto noto ai frequentatori del Movimento campano poiché era già così ai tempi delle candidature alle amministrative e alle regionali.
Il post fake è stato subito rimosso, ma non sufficientemente in tempo per non esser notato da alcuni iscritti al meet-up, i quali hanno lanciato un tread chiedendo a Fico di chiarire. Il tread è ancora aperto e si è trasferito sulle pagine Facebook di Valentino Tavolazzi. Tavolazzi ha rilanciato le domande di chiarimento a Fico, ieri sera. Ne è nata una disfida che si è consumata tutta la notte.
In sostanza, Fico avrebbe flaggato il formulario di iscrizione certificando di mantenere i requisiti posseduti alle precedenti elezioni. Tra i requisti richiesti per partecipare alle elezioni amministrative vi era appunto il possesso della residenza nella circoscrizione del Comune in cui si intendeva candidarsi. Sia chiaro, è una norma auto-imposta dal Movimento. La legge parla diversamente, in tema di candidature: a pena della nullità dell’elezione, nessun candidato può essere incluso in liste con diversi contrassegni, né può accettare la candidatura contestuale al Senato e alla Camera (D.P.R. 361/1957, art. 19). Non vi sono limiti, invece, alla possibilità di essere inclusi in liste aventi lo stesso contrassegno, presentate in più circoscrizioni. Il problema è quindi tutto interno; è un problema di rispetto delle regole volute dal Capo. Che Fico avrebbe aggirato semplicemente spostando la propria residenza. Ma il dato politico è questo: Fico, al momento della candidatura, avrebbe dichiarato il falso. Avrebbe cioè flaggato di possedere il requisito della residenza senza però che il cambio fosse già realmente avvenuto. Tavolazzi ha più volte insistito con Fico per sapere la data del cambio di residenza, ottenendo due distinte date: una, il 26 Novembre scorso, l’altra il 4 Novembre.
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