Il Michaela Biancofiore Gate
di Alessandro D'Amato - 06/10/2013 - Come è andata la storia del sottosegretario dimissionato a sua insaputa
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«Ho accettato le dimissioni del sottosegretario Biancofiore perché dopo che i ministri le avevano ritirate lei le ha mantenute. Quindi le ho accettate per far capire che sono cambiate le cose»: con poche parole Enrico Letta se la sbriga intervistato da Maria Latella su Sky parlando del caso di Michaela Biancofiore e delle sue dimissioni «accettate» con conseguente saluto a sua insaputa del sottosegretario al governo. La cronologia degli eventi però cozza un po’ con questa sintesi un po’ brutale del premier. Andiamo a vederla nel dettaglio.
ENRICO LETTA E MICHAELA BIANCOFIORE, IL MOBBING – Il 30 settembre scorso la presidenza del Consiglio fa sapere che sono pervenute le dimissioni di alcuni ministri:
ENRICO LETTA E MICHAELA BIANCOFIORE, IL MOBBING – Il 30 settembre scorso la presidenza del Consiglio fa sapere che sono pervenute le dimissioni di alcuni ministri:
La presidenza del Consiglio dei Ministri rende noto che sono pervenute le dimissioni irrevocabili dei ministri Angelino Alfano, Nunzia De Girolamo, Beatrice Lorenzin, Maurizio Lupi, Gaetano Quagliariello.
Poi è successo qualcosa: il presidente del Consiglio ha respinto le dimissioni dei ministri Pdl e si apre la crisi di governo conclusasi con la famosa giravolta di Berlusconi. L’annuncio è del 1 ottobre:
Nulla di tutto ciò è scritto sul sito della presidenza del Consiglio. Ma a dire la verità, non c’è nemmeno nessun annuncio di ritiro delle dimissioni da parte dei ministri del Popolo delle Libertà. A dirla tutta, Letta non potrebbe nemmeno «respingere» dimissioni irrevocabili, ma non sottilizziamo. Rimane che viceministri e sottosegretari non hanno ricevuto alcuna richiesta di dimissioni da parte di Berlusconi, come spiega Iole Santelli al Fatto Quotidiano il giorno prima della respinta in corner di Letta:
“Ha ordinato le dimissioni solo ai ministri, non ai sottosegretari”. Salvo poi rettificare: “Non ho mai detto che non ho intenzione di dimettermi. Ho dichiarato che nessuno mi ha mai chiesto di darle e che se il governo dovesse cadere è chiaro che tutti decadremmo automaticamente. Quando mi sarà richiesto mi dimetterò immediatamente“. E aggiunge: “Ho consegnato le mie dimissioni da parlamentare e da sottosegretario direttamente nelle mani di Berlusconi prima della sentenza della Cassazione”
E’ quindi evidente che il caso della Biancofiore deve essere andato diversamente: senza aver l’obbligo di farlo, ha presentato le sue dimissioni. Letta ha respinto quelle dei ministri, ma si aspettava evidentemente che la Biancofiore le ritirasse. Lei non l’ha fatto, e lui le ha allora accettate. Mobbing?
LA VERSIONE DI LETTA – La versione di Letta d’altro canto era già uscita in un articolo sulla Stampa, dove si raccontava delle dimissioni dei ministri del PdL
Un annuncio concordato con i cinque, tanto è vero che nessuno di loro le ha reiterate e nelle ore successive la crisi di governo è stata tamponata. Ma l’appello di Berlusconi era esteso anche ai 12 viceministri e sottosegretari del Pdl. Le uniche a presentarle, da quel che si sa, sono state due donne: Michaela Biancofiore e Simona Vicari. Gli altri sono restati in carica.
E si informava che giovedì pomeriggio, si può immaginare dopo una consultazione informale, Letta ha firmato l’accettazione delle dimissioni della Biancofiore:
Quarantadue anni, bolzanina di nascita, iscritta alla prima Forza Italia sin dal 1994, la Biancofiore è da qualche anno una delle donne più vigorosamente impegnate nella difesa di Berlusconi. Nella sua carriera politica è stata protagonista di episodi controversi. Dalla proposta di issare un tricolore su ogni maso in Alto Adige, ad alcune battute su Berlusconi: «Ha il difetto di amare le donne, ma almeno non è come Marrazzo che va a transessuali ». Da sottosegretario alle Pari opportunità del governo Letta, disse che «i gay si ghettizzano da soli», affermazione che ha indotto il premier a cambiarle le deleghe, affidandole quelle alla semplificazione. Ora ha perso anche quelle.
LE PAROLE DI MICHAELA – La Biancofiore in un comunicato stampa ha parlato invece di mobbing: «Apprendo ancora una volta da un mezzo di informazione nazionale che ha intervistato il Premier Letta che le mie dimissioni sarebbero state accettate per una formalità. Posto che come tutte le agenzie nazionali hanno battuto, i ministri non hanno ritirato le dimissioni ma sono state respinte dallo stesso Letta cosa da lui confermata anche per i sottosegretari nel corso delle dichiarazioni sul voto di fiducia nell’aula della Camera dei Deputati, attendo intervento dal Vice premier Alfano nonchè segretario del mio partito, affinchè renda noto se trattasi di una epurazione frutto di una precisa scelta politica, di mobbing che nulla ha a che vedere con tutta evidenza con l’unità del partito da più parti evocata. Confermo comunque che rilascerò ogni commento nel corso della conferenza stampa che intendo indire per martedì prossimo a Roma».
La parola chiave del comunicato è “formalità”: in effetti, chi ha ritirato le dimissioni si è salvato; chi non ha fatto alcun atto formale allo scopo di chiudere la crisi politica dopo la fiducia al governo. Probabilmente una formalità, ma non una casualità.
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