domenica 6 ottobre 2013

Mentre l'Italia muore questi incoscienti insieme alla Cisl continuano a giocare. I giovani disoccupati vadano a chiedere a loro conto della loro condizione.


Alfano e Fitto: la sfida per la salma del PdL

di  - 06/10/2013 - Si chiamano lealisti e lanciano la sfida ad Angelino. Vogliono azzerare le cariche e andare al Congresso. Per vincerlo

Alfano e Fitto: la sfida per la salma del PdL
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Sarà lealisti contro alfaniani la sfida per la leadership del Popolo delle Libertà, un partito in cui Berlusconi vale però la metà dei voti. Raffaele Fitto sfida Angelino Alfano ufficialmente chiedendo l’azzeramento delle cariche nel partito e un Congresso in cui votare e contarsi. E lo fa con una lunga intervista al Corriere della Sera nella quale spiega le sue intenzioni:
Siamo in tanti e abbiamo deciso di chiamarci lealisti. Siamo quelli che non si limitano solo ad inviare comunicati stampa quando viene commesso un gravissimo atto come in giunta al Senato venerdì. Siamo quelli che si rifiutano di accettare che 20 anni di nostra storia, di passione, di idee, di coinvolgimento di milioni di italiani attorno a Berlusconi possano essere raccontati come un romanzo criminale. Siamo quelli che sostengono con forza la battaglia contro l’oppressione fiscale, e che vogliono scelte chiare sul taglio della spesa pubblica. E, infine, siamo quelli che credono nel bipolarismo e nel presidenzialismo, in una chiara democrazia dell’alternanza che costruisce un centrodestra modernizzatore, appena superata questa fase di transizione del governo di larghe intese. Insomma, siamo quelli leali con Berlusconi e le sue politiche».
alfano fitto pdl
La ribellione al Cav andata in scena al Senato costituisce quindi uno spartiacque per il centrodestra italiano. Tutto, secondo Fitto, dopo questo passaggio deve essere rimesso in discussione. Dalla linea politica fino, appunto, al segretario. E lui, in questa battaglia, sarà in prima linea, magari proprio a capo della vasta area del partito — che lui ribattezza come «i lealisti»—in parte già schierata in parte attenta ma ancora in attesa di sviluppi. Fitto è molto franco nell’intervista quando segnala i momenti di scarsa collaborazione (ed è un eufemismo) con il segretario:
«Rischierei di essere ipocrita e bugiardo, invece dirò la verità: in politica si alternano fasi di più o meno intensa collaborazione, e in questo periodo io non condivido la sua azione politica, che rischia di costruire un centro politicamente e culturalmente subalterno alla sinistra ».
Ma dove vede questi cedimenti? 
«Per esempio sul tema delle riforme istituzionali, concordate con il Pd, è sparito dall’agenda il tema della riforma della giustizia, nonostante anche i recenti richiami dell’Europa. Perché?».
Questa contrapposizione nel partito metterà a rischio il governo? 
«Noi sosterremo lealmente il governo, come ci ha indicato nel suo intervento in Aula il presidente Berlusconi, e senza alcuna ostilità. Vigileremo però con molta attenzione, per evitare che un governo di larghe intese si trasformi in un governo di sotto intese…».
Tutti i nomi dei partiti di Berlusconi:
BERLUSCONI
Intanto nel partito è guerra tra le due fazioni. Con gli alfaniani che chiedono la testa dei lealisti nelle posizioni chiave, mentre Silvio cerca di mediare:
L’ex premier come la pensa lo ha detto nelle ultime ore un po’ a tutti: per lui, va bene che a capo del partito, come segretario, ci sia Alfano, che per lui resta «il migliore» per il ruolo. Ed è necessario che attorno a lui si coagulino un po’ tutti, senza risse, senza sfide, perché «ci sarà posto per tutti, nessuno vuole tagliare la testa a nessuno, dobbiamo restare uniti, separati non conteremmo più nulla».
Repubblica dettaglia maggiormente il piano di Alfano:
Il vicepremier chiede che dentro alla rediviva Forza Italia ci sia un numero uno, Berlusconi, e un numero due con tutte le deleghe più importanti. Ovvero lui stesso, Alfano. Che potrebbe restare segretario o essere addirittura promosso a vicepresidente azzurro. Dal Pdl saranno trasportate anche le figure dei tre coordinatori, «che però non saranno gli stessi». Insomma, chi ha perso paga, si deve fare da parte, è la linea. Per cui Bondi (che proprio ieri ha chiesto di smentire «il violento linguaggio di chi parla di decapitazioni») e Verdini dovranno essere sostituiti (la terza poltrona di coordinatore è stata lasciata vuota da La Russa). Per ottenere un passaggio di consegne soft tra i due partiti si pensa a un comitato di transizione che rappresenti tutte le aree e con la presenza dei capigruppo Brunetta e Schifani.

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