Ultimi per conoscenze di base, penultimi per capacità di calcoli. Lo rivela uno studio dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), il primo del genere, che ha analizzato le competenze di 166mila persone tra i 16 e i 65 anni in 24 Paesi del mondo cosiddetto sviluppato. La ricerca ha considerato non solo le capacità di leggere e scrivere, ma anche di risolvere problemi e di utilizzare la tecnologia, strumenti chiave per ottenere e mantenere un lavoro.
La ricerca, condotta in Italia da Isfol, non consegna risultati incoraggianti e vede il nostro Paese in fondo graduatoria nelle competenze alfabetiche (competenze, riferisce lo studio, “fondamentali per la crescita individuale, la partecipazione economica e l'inclusione sociale”). In una scala che va da zero a 500, nelle competenze alfabetiche il punteggio medio degli adulti italiani è pari a 250, contro una media Ocse di 273. Numeri ancora più bassi se si considera i Neet, i giovani che non studiano e non lavorano, a cui è attribuito un punteggio medio di 242.
literacy
Non migliore il posizionamento nelle competenze matematiche (numeracy), “fondamentali per affrontare e gestire problemi di natura matematica nelle diverse situazioni della vita adulta". La media italiana in questo caso è pari a 247 rispetto a 269 della media Ocse e il nostro Paese occupa la penultima posizione, seguita solo dalla Spagna.
numeracy
Su una scala da 1 a 6, inoltre, solo il 29,8% degli adulti italiani si colloca al livello 3, considerato il minimo indispensabile per "vivere e lavorare nel xxi secolo". Per quanto riguarda le competenze matematiche la percentuale scende al 28,9%.
L’indagine complessiva dell’Ocse riguarda 24 Paesi e permette anche confronti interessanti. Così ad esempio, quanto a conoscenze di base, nella fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni, un “giovane” giapponese diplomato alle scuole superiori registra circa lo stesso livello di italiano in possesso di una laurea.
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