domenica 13 marzo 2016

Tanto per cambiare sempre un sindacalista della CISL.

Marini nel 2000: “Così io e D’Alema facemmo cadere Prodi nel ’98”

Marini nel 2000: “Così io e D’Alema facemmo cadere Prodi nel ’98”

Come andò a finire nel 1998 lo sappiamo tutti: ufficialmente a far cadere Romano Prodi e il governo dell’Ulivo fu Fausto Bertinotti, che tolse l’appoggio esterno al governo e il Professore cadde per un voto alla Camera dei Deputati. Ma la realtà è un po’ diversa: nel ’98 D’Alema si garantì Palazzo Chigi stringendo un patto con l’allora leader del PPI Franco Marini, oggi candidato ufficiale del PD al Quirinale, che prevedeva proprio, in una classica spartizione di poltrone, il colle più alto per gli ex-dc.
Poi, una volta arrivato a Palazzo Chigi, D’Alema non mantenne i patti. O meglio, avrebbe anche voluto, ma Veltroni, nel frattempo diventato segretario dei DS, si mise di mezzo e impose quello che è passato alla storia come il metodo Ciampi, cioè l’elezione del Capo dello Stato con un’ampia convergenza tra le principali forze parlamentari. E infatti, nel 1999, l’ex-premier e presidente della Banca d’Italia venne eletto al primo scrutinio.
A raccontarlo, in un articolo d’archivio del Corriere della Sera del 29 maggio 2001, Francesco Verderami, attingendo proprio dalle parole di Franco Marini. Che si disse non pentito, “perché in politica non esistono peccati, semmai progetti che non coincidono con progetti altrui e portano allo scontro“.
Sarà per questo che Marini è stato scelto per il Quirinale. Nel 1998 affossò l’Ulivo con D’Alema, ora affosserà il PD facendosi eleggere presidente della Repubblica. Chapeau.

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