La Lega Nord vuole dare lezioni di morale alle persone perbene. Da venti anni governano senza alcun risultato e vogliono dare lezioni agli altri.

Fondi della Lega
Condannato
Riccardo Bossi

È arrivata ieri, a quasi quattro anni di distanza dallo scoppio dello scandalo che travolse Umberto Bossi e la sua famiglia, la prima sentenza nel procedimento che ha dato vita a vari filoni, alcuni trasferiti a Genova, sui fondi della Lega Nord quando a capo della tesoreria c’era Francesco Belsito. Riccardo Bossi (foto), primogenito del “Senatur”, è stato condannato a un anno e 8 mesi per appropriazione indebita aggravata per le presunte spese coi soldi del Carroccio. Il giudice Vincenzina Greco dell’ottava sezione penale, tra l’altro, condannando il figlio del fondatore della Lega a un anno e 8 mesi, anche se con la sospensione condizionale della pena e il riconoscimento delle attenuanti generiche, è andato oltre la richiesta di 1 anno del pubblico ministero Paolo Filippini. Riccardo Bossi, in particolare, era imputato per una serie di spese con i fondi del partito per un totale di circa 158mila euro. Soldi pubblici che avrebbe usato, tra il 2009 e il 2011, per pagare «debiti personali», «noleggi auto», le rate dell’università dell’Insubria, l’affitto di casa, il «mantenimento dell’ex moglie», l’abbonamento alla pay-tv, «luce e gas» e anche il «veterinario per il cane». Il pubblico ministero, nella sua requisitoria, oltre a parlare di un «malcostume radicato nella gestione del denaro», aveva citato come riscontri all’ipotesi d’accusa intercettazioni e documenti, tra cui l’ormai famosa cartelletta con la scritta “The Family” sequestrata nell’ufficio romano dell’ex tesoriere del Carroccio Belsito. Anche quest’ultimo, tra l’altro, è imputato per appropriazione indebita ma con rito ordinario (il processo a Milano è ancora in corso) e assieme Umberto Bossi e all’altro figlio, Renzo “Il Trota”.