lunedì 14 marzo 2016

MAMBO 

Alle fazioni del Pd dico: deponete le armi, idioti

Nel partito si combatte una guerra inutile. Intanto i problemi del Paese restano irrisolti.

14 Marzo 2016
Massimo D'Alema con Matteo Renzi.
(© Imagoeconomica) Massimo D'Alema con Matteo Renzi.
Una bella poesia di Berthold Brecht dice: «La guerra che verrà /non è la prima. Prima/ci sono state altre guerre. Alla fine dell'ultima/ c'erano vincitori e vinti. Fra i vinti la povera gente/faceva la fame. Fra i vincitori/ faceva la fame la povera gente egualmente».
Bellissima, dedicata alle guerre vere. Ma anche le guerre, tutte le guerre, nella sinistra sono vere e «la povera gente» ci rimette sempre.
Dedico questa poesia a Matteo Renzi e a Massimo D'Alema (e Pie Luigi Bersani).
La guerra nel Pd, come tutte le guerre dei cent'anni, ha perso la memoria dell'inizio. C'è, ci sarà, si farà sempre più cruenta, diventando sempre più feroce e immotivata.
PD E ULIVO, MIGLIORI IDEE DEGLI ULTIMI 20 ANNI. Il Pd e, prima ancora, l'Ulivo sono state le due idee politiche migliori degli ultimi vent'anni. Oggettivamente. E lo scrive uno che avrebbe preferito militare in un grande partito veramente socialista. Prima di queste due idee c'erano state solo il compromesso storico berlingueriano e la Grande riforma di Craxi.
Questa guerra, come quelle precedenti, non solo danneggia la «povera gente», non solo vedrà vincitori e vinti (ma chi vincerà che cosa avrà vinto?), ma distruggerà un'idea politica, delitto fra i più gravi, a mio parere. E la distruggerà perché con la scissione verrà alla luce naturalmente una specie di Psiup (Partito socialista italiano di unità proletaria, dove ho militato prima del Pci), assolutamente fuori dai tempi e inutile, e dall'altra parte si sospingerà il gruppo renziano verso un centro di nuovo tipo, tutto castale, altro che il vecchio centro democristiano.
Se tutti i facinorosi che sono scesi in campo a menarsi come fabbri trovassero un momento di lucidità comprenderebbero che siamo di fronte alla 'rovina comune'.
Non starò a spiegare alla Debora Serracchiani che la formula «il partito si rafforza epurandosi» era staliniana, né alla sinistra Pd che il social-fascismo era formula altrettanto staliniana.
ORA L'UNICA SCELTA SAGGIA È IL DISARMO. Le quattro idee politiche che ho citato, compromesso storico, Grande riforma, Ulivo e Partito democratico nacquero per innovare e unire, poi morirono perché gli attori in campo scelsero di restare ciascuno nel proprio misero orticello.
Sta così arrivando il tempo in cui la grande idea politica da mettere in gioco è il disarmo, una specie di Bandung per la politica italiana che faccia venire in campo apolidi e non allineati, astenuti e probabili astenuti.
La vera Bandung per decenni mise insieme, appunto, Stati non allineati che contavano poco ma fecero la loro parte. La Bandung del Pd è una forza di interposizione, un doctor House, una Croce rossa. Deponete le armi, idioti di contendenti. La partita che state sciupando non riguarda voi ma il Paese intero che vi guarda allontanandosi sempre più.

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