Chirichelli: «Scopro ora il caso»
L’ex presidente: «I magistrati faranno chiarezza». Artuso: «Mai avuto sospetti»
PAVIA. L’ex presidente di Asm Giampaolo Chirichelli (Lega) ha saputo della nuova inchiesta sulla partecipata vedendo la locandina del giornale: «Stavo andando a Milano quando ho letto cosa era successo. Prendo atto di quanto è accaduto, sono sicuro che la magistratura farà il suo lavoro». Una dichiarazione di rito, eppure su uno degli assegni da un centinaio di migliaia di euro c’è la sua firma e quella del direttore generale di Asm Claudio Tedesi: «Certo sulle cifre importanti in azienda io avevo previsto la firma doppia proprio per esercitare una funzione di controllo», replica Chirichelli. Controllo relativo, visto che nessuno a quanto pare ha verificato il numero di iban del Comune di Pavia sul quale si è versato l’importo a più zeri. Qualcuno obietta che in Asm a controllare c’erano nell’ordine: tre membri del collegio sindacale, altri tre dell’organismo di vigilanza, la società di revisione di Asm. E a questi andrebbero aggiunti i revisori dei conti del Comune l’ufficio ragioneria dello stesso. Ma che clima c’era all’interno di Asm ai tempi dell’ex cda? C’era aria di impunità? «Macchè – risponde l’ex consigliere Alberto Artuso (Pd) – un clima da impunità non c’è mai stato, fose ci fidavamo troppo l’uno degli altri, ma da parte mia non ho mai avuto la sensazione che le cose non andassero. Tant’è che
«Chi ha sbagliato paghi, sino all'ultimo centesimo. Depaoli verifichi le responsabilità amministrative e si eserciti l'azione di responsabilità nei confronti degli amministratori precedenti», dice Cristina Niutta di Scelta Civica.
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