domenica 13 marzo 2016

Le politiche di Angela Merkel sul banco degli imputati. Anche Tsipras presente alla riunione, il giorno prima aveva criticato la legge sul lavoro di Hollande. In Germania oggi voto decisivo
ALESSANDRO D'AMATO
“Mi sembra che in Europa stia cambiando il clima e dobbiamo lavorare in questa direzione”: questo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi, lasciando il palazzo dell’Eliseo a Parigi, dove ieri si è tenuto il vertice dei leader socialdemocratici riunito dal presidente François Hollande. Renzi ha annunciato che il prossimo vertice dei leader socialisti dovrebbe tenersi a Roma, probabilmente dopo il 23 giugno. L’incontro fra i leader europei della sinistra a Parigi – il prossimo, è stato annunciato, si svolgerà a Roma dopo il referendum sulla Brexit – è ruotato attorno a migranti e crescita. Quest’ultima parola è ormai diventata “il mantra dei Paesi riuniti a Parigi”, come ha sottolineato Renzi nel suo intervento. Che poi ha rivendicato il ruolo motore dell’Italia sui temi della politica e della crescita, in particolare del lavoro, dove “dettiamo l’agenda”.

Il vertice dei socialisti contro l’austerity

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E implicitamente, ha commentato oggi Tonia Mastrobuoni su Repubblica, sul banco degli imputati finiscono le politiche di Angela Merkel, assente in quanto cristiano-democratica: nessuno la attacca frontalmente, resta un alleato prezioso, ma oggi che la Cancelliera sta vivendo la stagione più delicata della sua carriera per l’emergenza rifugiati, i socialisti affilano le armi nel tentativo di dare una spallata alle politiche di austerità imposte dai falchi di Berlino negli anni della crisi. Servono “investimenti e flessibilità”, ha sottolineato Renzi, che ha ricordato poi conversando con i giornalisti la riduzione “da 40 a 20 miliardi degli investimenti” negli anni del rigore in Italia, definendola “una follia”: “L’austerity in Europa non funziona – ha insistito Renzi – o come minimo ha portato sfortuna, basta guardare la lunga fila di governi ‘rigoristi’ che sono caduti come in un domino: Grecia, Portogallo, Spagna, adesso Irlanda. C’é un tema ingovernabilità su questa linea, a fronte di un populismo montante. C’è bisogno di politica e noi dobbiamo prenderla come una sfida in positivo”. Da Renzi anche la levata di scudi contro l’Europa fatta di prassi, di teoria e tante riunioni, spesso inutili o controproducenti: “Non è possibile fare un consiglio europeo ogni 15 giorni, diamo l’idea che non governiamo processi epocali come quelli migratori”. E per provare a governare i fenomeni che oggi ci investono, come il terrorismo, servono “risposte complessive”, come “gli investimenti su cultura, istruzione e periferie”, poiché “non ci si può più limitare a una linea solo ed esclusivamente securitaria”. “Sulla crisi dei rifugiati c’è un problema serio di solidarietà tra di noi, dentro l’Europa”, ha sottolineato nel suo intervento l’Alto rappresentante Ue per gli affari esteri Federica Mogherini pensando probabilmente al ‘muro’ opposto dai Paesi dell’Est. “Per questo – ha aggiunto citando il capo del governo greco Tsipras, presente alla riunione – sono contenta che per la prima volta oggi accogliamo Alexis: abbiamo un dovere di solidarietà reale verso la Grecia”.
renzi hollande tsipras

La presenza di Alexis Tsipras

Il leader di Syriza e primo ministro greco, Alexis Tsipras, “è stato con noi questa mattina e abbiamo avuto l’opportunità di parlare. Volevo che questo incontro dei diversi partiti della sinistra fosse aperto ad altri e Tsipras è stato invitato. Ha accettato di esserci, perché si considera parte della famiglia europea dei partiti della sinistra”, ha commentato Hollande. Anche l’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri dell’Ue, Federica Mogherini, ha commentato favorevolmente la presenza del leader greco al vertice di Parigi: “Sulla crisi dei rifugiati – ha detto – c’è un problema serio di solidarietà tra di noi, dentro l’Europa. Per questo sono contenta che per la prima volta oggi accogliamo Alexis: abbiamo un dovere di solidarietà reale verso la Grecia”. Il giorno prima Tsipras aveva criticato la legge sul lavoro di Hollande. Intanto  si vota oggi in tre decisivi Stati federali tedeschi e gli appuntamenti elettorali in Baden-Wuttenberg, Sassonia-Anhalt e Renania-Palatinato sono diventati un test su Angela Merkel. Il cancelliere tedesco ha dedicato al tema dei migranti l’ultimo comizio di una campagna elettorale dominata dalla crisi che sta sconvolgendo l’Europa, e ha ricordato l’inasprimento della legislazione in materia di diritto d’asilo, deciso dal suo governo nelle ultime settimane. Per chiudere la campagna elettorale, Merkel ha scelto lo Stato del Baden-Wuttenberg, tradizionale feudo conservatore dove l’Unione CristianoDemocratica (Cdu) ha perso il governo alle ultime elezioni, lasciando il passo a una coalizione di verdi e socialdemocratici; e dove sondaggi non prevedono nulla du buono per la Cdu. Merkel ha difeso la decisione di aprire le frontiere lo scorso autunno considerata la situazione in Ungheria; ma ha anche rivendicato il successivo inasprimento della legislazione riguardante il diritto di asilo, compreso l’accordo dell’Ue con la Turchia, e il suo impegno per accelerare l’espulsione di chi non abbia i requisiti per rimanere in Germania. “Dovete abbandonare il nostro Paese”, “avete perso il vostro tempo”, ha detto rivolta alle migliaia di immigrati economici che continuano ad arrivare nel Paese. Tra gli applausi dei sostenitori riuniti nella localita’ di Haigerloch, Merkel ha ricordato tutte le opportunita’, ma anche gli obblighi, che la Germania offre ai rifugiati e ha avvertito che e’ loro “dovere” accettarli, non una possibilita’. Ha fatto anche riferimento ai gravi fatti di Colonia, lo scorso Capodanno, ricordando le riforme adottate per rafforzare il reato e attuare l’espulsione degli stranieri che si rendano responsabili di un reato: “Chi crede che una donna non puo’ dire nulla, semplicemente si trova nel Paese sbagliato”.

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