lunedì 14 marzo 2016

Prima gli italiani!!!!!!! Tutto questo mentre la Lega Nord era al governo della città di Pavia e aveva messo i suoi uomini nell'ASM.

Per un bonifico di luglio 2015, lo rivela agli inquirenti il titolare di una coop: «E io gli restituii 20mila euro senza fare i lavori»
Il presidente dELL’Asm Quella è stata un’operazione eseguita senza un regolare mandato di pagamento e senza la mia autorizzazione
di Maria Grazia Piccaluga wPAVIA A fine luglio 2015 dal conto corrente di Asm aperto presso il Credito Cooperativo di Castel San Giovanni, viene disposto un bonifico di 24.265,80 euro a favore della società cooperativa Abitare 2000 di Carpaneto Piacentino a nome Duccio Bianchi. E’ il saldo di una fattura per lavori, si scoprirà in seguito, mai eseguiti. E’ lo stesso amministratore della cooperativa, convocato a novembre nella caserma della Guardia di Finanza di Pavia che sta indagando sulla sparizione di 1,8 milioni di euro dalle casse di Asm, a spiegare come siano andate realmente le cose. Sarebbe stato Pietro Antoniazzi (arrestato nell’ottobre 2015), suo amico dai tempi della scuola, a proporre l’affare e a disporre il pagamento a insaputa di Bianchi: per alcuni scavi in viale Campari, mai eseguiti, la cooperativa ha emesso una fattura per 24mila euro e rotti. Pagata con un bonifico. In quel periodo Asm aveva già da mesi un nuovo presidente, Duccio Bianchi, subentrato a Giampaolo Chirichelli, licenziato a febbraio. Ma il direttore amministrativo e finanziario era ancora Antoniazzi. L’amministratore di Abitare spiega ancora agli inquirenti di aver ricevuto la somma pattuita di cui ha poi trattenuto solo l’importo relativo all’Iva (circa 4mila euro), restituendo la differenza (quindi 20mila) ad Antoniazzi in contanti. Sono - si può ipotizzare - gli ultimi colpi di coda del manager che, forse annusando l’aria di un suo imminente allontanamento (il 21 settembre Asm Pavia ha «risolto con esecutività immediata il rapporto professionale con la società Studio Consula di Antoniazzi»), avrebbe disposto pagamenti per decine di migliaia di euro utilizzando le credenziali della home banking dell’azienda di cui era ancora in possesso. Almeno in tre casi per un importo complessivo di circa 164mila euro. In aprile, in due diverse occasioni, precisamente il 21 e il 29, sono stati disposti due bonifici sempre dal conto della Bcc da parte di Chirichelli che però non era più presidente dal 2 febbraio. Uno da 44mila e un altro da 95mila a favore di Asm Lavori srl. E in luglio un terzo eseguito, da quanto risulta dai documenti, dal nuovo presidente Duccio Bianchi. «Un’operazione fatta senza un regolare mandato di pagamento e comunque senza la mia autorizzazione – commenta ora Bianchi –. Non sono mai passate nel mio ufficio quelle carte. In particolare il bonifico da 24mila euro aveva qualcosa di sospetto e anche noi avevamo disposto delle verifiche interne». Di prassi il presidente vede solo il mandato e poi lo trasmette con doppia firma, la sua e del direttore generale, all’ufficio che predispone il pagamento sulla base della documentazione fornita a supporto. E su quel mandato la firma di Bianchi non c’era, assicura lui. «Peraltro non avrei nemmeno potuto firmare per la Bcc Credito Cooperativo – spiega Bianchi – . In quel momento infatti i libri bollati erano stati sequestrati dai carabinieri. E le banche, ad eccezione di Ubi, chiedevano la certificazione che poteva derivare solo da quei libri. Solo in seguito, quando la Camera di Commercio ha avuto a disposizione la visura registrata, è stato possibile procedere al cambio di nominativo». Qualcuno tuttavia ha effettuato i bonifici utilizzando il conto corrente on line dell’azienda. La chiavetta, che va usata insieme a codici di sicurezza, era in cassaforte. E stando agli accertamenti eseguiti, Antoniazzi ne aveva ancora la piena disponibilità.

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