mercoledì 9 marzo 2016

I grillini volevano tutto in streaming. Complimenti per la trasparenza.

Nuovi documenti grillini confermano lo scoop del Foglio sul metodo Casaleggio

“Ci furono accessi mirati alle caselle di posta elettronica”. Ecco la ricostruzione dettagliata di Artini, ex 5 stelle 
di Redazione | 08 Marzo 2016 ore 20:44
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Gianroberto Casaleggio (foto LaPresse)
Roma. “Chiunque abusivamente si introduce in un sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza, ovvero vi si mantiene contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo, è punito con la reclusione fino a tre anni”. Questo dice l’articolo 615 ter del codice penale. E la storia delle email e del dominio parlamentari5stelle.it adesso non è più soltanto una storia di privacy.

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E’ evidente che le risposte e le ricostruzioni evanescenti fin qui fornite dagli altrettanto evanescenti uomini dello “staff di Beppe Grillo” attraverso il blog del comico genovese non bastano più. Né tantomeno ci si può accontentare delle imbarazzate rassicurazioni di Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio. Gli uffici della Camera dei deputati sembrano non intenzionati a intervenire in alcun modo, come spiegano anche al Foglio: “Si trattava eventualmente delle email private dei deputati Cinque stelle e non delle loro email istituzionali”. Ma se la Camera non può o non vuole in alcun modo intervenire, forse vale la pena scomodare l’articolo 15 della Costituzione (“La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili”). Altrimenti c’è sempre il codice penale.

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