Sos Aamps, il M5s si sfila e il consiglio non approva nulla
Inutili le oltre sei ore di dibattito di fronte ai lavoratori Aamps infuriati. Valiani (Lbc): è la giunta che ha fatto saltare la mediazione. E per Ruggeri (Pd) "non si può non mettere la clausola sociale su un’azienda al 100% del Comune"di Enrico Paradisi
LIVORNO. Non sono bastate più di sei ore di consiglio, compresa un'ora e mezzo di sospensione e una conseguente riunione fiume dei capigruppo, per arrivare a un documento condiviso da maggioranza e opposizione sulla salvaguardia dei lavoratori di Aamps. Anzi, alla fine della fiera sono i Cinquestelle a ritirare il loro e le opposizioni a votare il proprio più quello condiviso emendato, che sono stati entrambi poi respinti (16 a 13) dall'aula.
La mediazione era saltata, sottolineata da un applauso beffardo dei lavoratori assiepati alla balaustra quando il presidente del Consiglio Daniele Esposito, alla ripresa della seduta, aveva annunciato la fumata nera. I lavoratori hanno sfogato la loro rabbia con urla e grida che hanno fatto sospendere nuovamente la seduta. «È la giunta che non ha permesso la mediazione – ha detto Marco Valiani (Livorno bene comune) – e le cose vanno dette come stanno, non c'è stata nessuna volontà di trovare un accordo nonostante Bastone fosse d'accordo per trovare un punto di incontro».
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La quadra del cerchio si era apparentemente trovata con la formula del mantenimento degli attuali livelli di occupazione dell'azienda, il salario previsto da FederAmbiente e la valorizzazione delle professionalità con il pagamento puntuale per le ditte fornitrici, ma il documento è saltato «perché non volete dare garanzie del mantenimento dei livelli occupazionali», ha proseguito Cannito, «e quindi è evidente che volete usare anche la leva del cacciare i lavoratori e avete rifiutato anche la clausola del mantenimento degli inquadramenti contrattuali, fatta salva la contrattazione sindacale». A quel punto è esplosa la contestazione dei lavoratori e i consiglieri di maggioranza sono usciti dall’aula. «Non escono di qui fino a quando non c'è un atto di salvaguardia. Vergognatevi», hanno urlato alcuni dal pubblico.
La seduta è poi ricominciata con Pietro Caruso (Pd): «Eravamo arrivati a un accordo più che buono. Non so perché sia stato deciso di non portare avanti questo atto di giustizia nei confronti dei lavoratori e della città». Di danni incalcolabili alla credibilità del consiglio ha parlato Marco Ruggeri (Pd): «Diamo questo atto di indirizzo, non si possono tenere tre ore ad aspettare persone esasperate per un accordo che poi non si trova, e non si può pensare di non mettere la clausola sociale su un'azienda al 100% del Comune».
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Del resto era stato proprio Francesco Bastone (M5S) ad aver chiesto di trovare un punto di convergenza sui due documenti. «La preoccupazione dei lavoratori è del tutto comprensibile», aveva detto in apertura, facendosi garante di una riorganizzazione del lavoro in Aamps perché l'azienda torni a essere efficiente e torni a camminare con le proprie gambe, per arrivare anche a ulteriori assunzioni. «Non potete chiedere alla politica di fare il sindacato», ha ripreso il sindaco Filippo Nogarin: «C'è stata una mediazione e purtroppo l'atto congiunto non è arrivato a compimento anche a me avrebbe fatto piacere, ma questo non è stato possibile».
Un altro urlaccio dal pubblico («ci hai preso in giro un anno e mezzo») e un altro colpo di scena: mozione d'ordine di Alessio Batini per chiedere un'ulteriore sospensione del gruppo Cinquestelle. Dopo un'ora si riparte con l'annuncio di Bastone che partorisce il topolino: «Abbiamo deciso di ritirare l'atto di indirizzo, riformularlo è riproporlo possibilmente condiviso al prossimo consiglio».
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