sabato 12 marzo 2016

#IGrillininonsannogovernarecomeiLeghisti

Sos Aamps, il M5s si sfila e il consiglio non approva nulla

Inutili le oltre sei ore di dibattito di fronte ai lavoratori Aamps infuriati. Valiani (Lbc): è la giunta che ha fatto saltare la mediazione. E per Ruggeri (Pd) "non si può non mettere la clausola sociale su un’azienda al 100% del Comune"
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LIVORNO. Non sono bastate più di sei ore di consiglio, compresa un'ora e mezzo di sospensione e una conseguente riunione fiume dei capigruppo, per arrivare a un documento condiviso da maggioranza e opposizione sulla salvaguardia dei lavoratori di Aamps. Anzi, alla fine della fiera sono i Cinquestelle a ritirare il loro e le opposizioni a votare il proprio più quello condiviso emendato, che sono stati entrambi poi respinti (16 a 13) dall'aula.

La mediazione era saltata, sottolineata da un applauso beffardo dei lavoratori assiepati alla balaustra quando il presidente del Consiglio Daniele Esposito, alla ripresa della seduta, aveva annunciato la fumata nera. I lavoratori hanno sfogato la loro rabbia con urla e grida che hanno fatto sospendere nuovamente la seduta. «È la giunta che non ha permesso la mediazione – ha detto Marco Valiani (Livorno bene comune) – e le cose vanno dette come stanno, non c'è stata nessuna volontà di trovare un accordo nonostante Bastone fosse d'accordo per trovare un punto di incontro».
Dopo la rapida esposizione dell'assessore Gianni Lemmetti sul bilancio di previsione del Comune, la seduta si è incentrata su Aamps con la presentazione dei due atti di indirizzo, uno della maggioranza e l'altro delle opposizioni, per la tutela occupazionale dei lavoratori della municipalizzata. «Mi pento di aver provato a mediare – ha attaccato Marco Cannito (Città Diversa) – su una mediazione che avevate chiesto voi. Ci avete preso in giro ancora una volta: la solita dimostrazione di arroganza».

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La quadra del cerchio si era apparentemente trovata con la formula del mantenimento degli attuali livelli di occupazione dell'azienda, il salario previsto da FederAmbiente e la valorizzazione delle professionalità con il pagamento puntuale per le ditte fornitrici, ma il documento è saltato «perché non volete dare garanzie del mantenimento dei livelli occupazionali», ha proseguito Cannito, «e quindi è evidente che volete usare anche la leva del cacciare i lavoratori e avete rifiutato anche la clausola del mantenimento degli inquadramenti contrattuali, fatta salva la contrattazione sindacale». A quel punto è esplosa la contestazione dei lavoratori e i consiglieri di maggioranza sono usciti dall’aula. «Non escono di qui fino a quando non c'è un atto di salvaguardia. Vergognatevi», hanno urlato alcuni dal pubblico.
La seduta è poi ricominciata con Pietro Caruso (Pd): «Eravamo arrivati a un accordo più che buono. Non so perché sia stato deciso di non portare avanti questo atto di giustizia nei confronti dei lavoratori e della città». Di danni incalcolabili alla credibilità del consiglio ha parlato Marco Ruggeri (Pd): «Diamo questo atto di indirizzo, non si possono tenere tre ore ad aspettare persone esasperate per un accordo che poi non si trova, e non si può pensare di non mettere la clausola sociale su un'azienda al 100% del Comune».

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Del resto era stato proprio Francesco Bastone (M5S) ad aver chiesto di trovare un punto di convergenza sui due documenti. «La preoccupazione dei lavoratori è del tutto comprensibile», aveva detto in apertura, facendosi garante di una riorganizzazione del lavoro in Aamps perché l'azienda torni a essere efficiente e torni a camminare con le proprie gambe, per arrivare anche a ulteriori assunzioni. «Non potete chiedere alla politica di fare il sindacato», ha ripreso il sindaco Filippo Nogarin: «C'è stata una mediazione e purtroppo l'atto congiunto non è arrivato a compimento anche a me avrebbe fatto piacere, ma questo non è stato possibile».
Un altro urlaccio dal pubblico («ci hai preso in giro un anno e mezzo») e un altro colpo di scena: mozione d'ordine di Alessio Batini per chiedere un'ulteriore sospensione del gruppo Cinquestelle. Dopo un'ora si riparte con l'annuncio di Bastone che partorisce il topolino: «Abbiamo deciso di ritirare l'atto di indirizzo, riformularlo è riproporlo possibilmente condiviso al prossimo consiglio».

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