Sulla Pravda di M5S nemmeno oggi una riga sulla spy story di Casaleggio
Il Fatto ha perso in un anno 25mila copie
Oggi Marco Travaglio dedica il suo editoriale a Zaman, il quotidiano turco di opposizione che il regime ha trasformato con la violenza nell’ennesimo portavoce del governo. “In Italia – commenta amaro il direttore del Fatto – non sono necessari i blitz della polizia per trasformare i giornali in Pravde governative: provvedono essi stessi con gran lena e voluttà”.
Segue l’abituale sversamento di contumelie contro tutto e tutti, a cominciare maturalmente dall’Unità, colpevole, pensate un po’, di non criticare abbastanza il Pd e quel farabutto di Matteo Renzi.
Ammoniti dalle parole gravi del direttore Travaglio, ci buttiamo avidamente nella ettura del Fatto, convinti di trovare finalmente la verità sull’incredibile storia di spionaggio e controllo delle email private dei parlamentari cinquestelle da parte della Casaleggio Associati.
Il Foglio ha rivelato la vicenda sabato scorso; oggi Salvatore Merlo aggiunge nuovi, agghiaccianti particolari. Nel frattempo la presidenza della Camera sta esaminando il caso, la magistratura riflette su eventuali ipotesi di reato, il Pd ha presentato un’interrogazione parlamentare.
Spiare i deputati, per chi giustamente critica la stretta di Erdogan sulle opposizioni, dovrebbe essere considerato gravissimo.
Ma sulla Pravda grillina per il quarto giorno consecutivo non compare neppure una riga.
Niente. Nulla di nulla. La notizia semplicemente non esiste. Non sappiamo se l’ordine di obbedir tacendo sia venuto direttamente dalla Casaleggio Associati, o se i volenterosi trombettieri della Pravda pentastellata abbiano scelto da soli la linea della censura totale.
Il risultato, ad ogni modo, non cambia: chi vuole leggere qualcosa sul M5s – a parte le veline della Casaleggio Associati e le autointerviste dei membri dei “Direttorio” – deve rivolgersi altrove. Il che accade più rapidamente di quanto ci si potrebbe aspettare.
I nuovi dati Ads sulla vendita dei quotidiani (in edizione cartacea e digitale) sono impietosi: a gennaio la Pravda di Grillo ha perso 5000 copie sul mese precedente, con un calo dell’11,5%. Su base annua (gennaio 2016- gennaio 2015) il crollo è del 39,6%, pari a 25.000 copie in meno.
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