mercoledì 9 marzo 2016

Luigi Di Maio si schiera a fianco dell'uomo che applaude gli assassini di Federico Aldrovandi e che dice che Stefano Cucchi è morto perché era un drogato, ora accusato di aver falsificato un servizio televisivo
GIOVANNI DROGO
Vi ricordate la vicenda del poliziotto che aveva denunciato a Piazza Pulita la non adeguatezza dei mezzi in dotazione delle forze dell’ordine mostrando giubbotti antiproettile e caschi scaduti? Nel servizio erano stati mostrati alcuni dispositivi di protezione individuale che versavano in un pessimo stato e addirittura era stato spiegato che il mitra in dotazione (un M12) aveva più di quarantanni. Era il periodo del post attentati del Bataclan, dove si parlava di lotta al terrorismo in Italia e di preparazione delle nostre forze di Polizia. Un periodo in cui Salvini si faceva portavoce delle istanze della categoria contro i tagli del Governo al comparto (dimenticandosi di quelli di quando la Lega era al Governo) anche i Cinque Stelle si sono sentiti in dovere di intervenire a difesa dei lavoratori delle Forze dell’Ordine.
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La storia del servizio “truccato” dagli agenti del SAP

Un mese fa i Cinque Stelle nella persona del vicepresidente della Camera Luigi di Maio hanno così presentato un’interrogazione a risposta scritta al Ministro degli Interni Alfano per chiedere conto dei gravi fatti denunciati
se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto denunziato in premessa, quale sia il suo orientamento in merito e se non ritenga che i vertici della polizia di Stato debbano impegnarsi a migliorare la strumentazione a disposizione degli agenti più che a perseguire gli agenti che denunciano la precarietà dei mezzi a loro disposizione;
se il Ministro interrogato non ritenga di assumere iniziative al fine di promuovere una modifica della normativa finalizzata ad assicurare che la segretezza delle fonti giornalistiche sia effettiva e non possa venire aggirata come avvenuto nelle vicende illustrate in premessa.
Un servizio analogo di Alessio Lasta era andato in onda a Ballarò il 24 novembre. Peccato però che quell’anonimo agente di Polizia sia poi stato identificato dalla DIGOS, si tratterebbe di un dirigente del SAP il Sindacato Autonomo di Polizia in forza al Commissariato di Roma. L’agente è stato anche sospeso e denunciato per aver dichiarato il falso durante l’intervista. Secondo gli inquirenti l’uomo avrebbe mostrato al giornalista “materiale di vecchio tipo non più in uso della Polizia di Stato per poi esibirlo al giornalista durante l’intervista” che aveva prelevato da un armadietto blindato del quale aveva le chiavi. Secondo gli inquirenti il materiale scaduto esibito dall’agente non sarebbe più in uso ed anzi avrebbe dovuto essere destinato alla demolizione e al macero. In seguito alla richiesta della Procura di acquisire i filmati dei programmi per identificare gli agenti c’erano state diverse polemiche perché gli inquirenti avevano costretto i giornalisti alla violazione del segreto professionale in particolare per quanto riguarda la protezione delle fonti giornalistiche. Sulla vicenda era intervenuto anche Antonino Monteleone, l’autore del servizio andato in onda nel programma di Corrado Formigli.

Lo sciopero della fame del Segretario del SAP

Nel frattempo il segretario del SAP, Gianni Tonelli, il 20 gennaio ha iniziato lo sciopero della fame per protestare contro la scarsità di mezzi e le precarie condizioni di lavoro cui sono costretti gli agenti di Polizia. Durante la conferenza stampa del 20 gennaio Tonelli ha anche denunciato la falsificazione delle prove da parte di chi ha compiuto le indagini.
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Nei giorni scorsi Tonelli è stato raggiunto assieme ad altri tre agenti della Polizia di Stato da un avviso di garanzia nel quale la Procura gli contesta il reato di “concorso in interruzione di pubblico servizio e in abbandono del posto di servizio nonché la contravvenzione di pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico, in qualità di concorrente morale, promotore e organizzatore”. La vicenda sarebbe scaturita proprio dopo i due servizi televisivi andati in onda a novembre.
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Gianni Tonelli con alcuni politici di destra
Il SAP, il cui segretario è molto vicino alla politica di Matteo Salvini (ad esempio nella lotta contro l’introduzione del reato di tortura), è stranamente l’unico sindacato che si è prestato a fare queste denunce pubbliche, sia il SIAP che ANFP avevano infatti preso le distanze da queste forme di spettacolarizzazione della vicenda. Tonelli è, tra le altre cose anche colui che dichiarò di aver “applaudito convintamente” gli agenti condannati per la morte di Federico Aldrovandi, morte che Tonelli aveva negato fosse stata causata dall’intervento dei colleghi ma dal fatto che “quella persona, purtroppo, è morta per l’assunzione di eroina, ketamina e alcool accompagnata da uno stato di fortissima debilitazione“. Sempre di Tonelli si ricordano le dichiarazioni a proposito di un altro morto per Polizia, Stefano Cucchinell’occasione dell’assoluzione in appello dei poliziotti indagati il segretario del SAP aveva espresso piena soddisfazione per l’assoluzione dichiarando che «In questo Paese bisogna finirla di scaricare sui servitori dello Stato le responsabilità dei singoli, di chi abusa di alcol e droghe, di chi vive al limite della legalità. Se uno ha disprezzo per la propria condizione di salute, se uno conduce una vita dissoluta, ne paga le conseguenze. Senza che siano altri, medici, infermieri o poliziotti in questo caso, ad essere puniti per colpe non proprie». Si potrebbe dire lo stesso delle condizioni di salute di Tonelli oggi, colto da malore dopo una quarantina di giorni di sciopero della fame?
Oggi anche Alessandro Di Battista è intervenuto alla manifestazione del SAP davanti a Piazza Montecitorio, rifiutandosi però di arringare la folla al megafono.

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