domenica 14 febbraio 2016

Intanto il sindaco Patrizio Cinque chiede scusa per l'«inesattezza» detta quando ha dichiarato in tv che era stato tutto sanato. Avevano ragione Le Iene
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Luca Tripoli si dimette. L’assessore all’urbanistica di Bagheria che era finito al centro delle polemiche dopo un servizio delle Iene in cui si affermava che lui e il sindaco vivessero in case abusive lascia l’incarico dopo che gli uffici del Comune hanno respinto la richiesta di sanatoria del padre per la veranda in legno che portava la sua casa a 120 metri quadri. Intanto il sindaco Patrizio Cinque, che aveva risposto in diversi video alle Iene insultando Giulio Golia annuncia sul blog di Beppe Grillo le sue dimissioni:
Ma a Bagheria, purtroppo, negli uffici tecnici ci sono ben 8000 pratiche di sanatoria, frutto di decenni di governo della città sull’impronta del far west edilizio. Tra queste c’è anche quella che riguarda il papà dell’assessore all’urbanistica. Gli uffici del Comune, a dimostrazione della loro imparzialità – se mai ce ne fosse stato bisogno – hanno esitato negativamente la sua pratica. L’assessore stesso, per fugare ogni ombra, ha deciso di fare un passo indietro rimettendo la delega. E di questo gli do atto.
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Sul suo caso personale il sindaco Patrizio Cinque si scusa per aver affermato che la casa di suo padre era stata sanata: non era vero. Esattamente come dicevano Le Iene:
Sono stati ottenuti, dal Comune, i pareri favorevoli necessari e sono stati pagati gli oneri concessori. Ero convinto che l’iter fosse concluso, ma in realtà non è così e quindi ho detto un’inesattezza – di cui mi scuso con i cittadini – affermando che la casa fosse sanata. Quindi ho chiesto io stesso a mio padre di presentare in Comune l’ultimo documento mancante, l’attestazione del silenzio assenso della Sovrintendenza già in suo possesso dal settembre 2012
Il sindaco in tutta la replica pubblicata sul blog di Grillo non nomina mai Le Iene né si scusa per averli insultati nei tre video.
Intanto su Facebook è nato il comitato per le dimissioni del sindaco di Bagheria. La petizione è su change.org:
A meno di due anni dall’insediamento, l’amministrazione del Movimento 5 Stelle guidata da Patrizio Cinque, ha dimostrato tutta la sua incompetenza,a dire il vero qualità che sospettavamo. Non si tratta soltanto d’incapacità amministrativa e adozioni di pratiche di governo che nulla hanno a che vedere con la trasparenza e la legalità,si va oltre. Il servizio de Le Iene andato in onda Domenica 7 Febbraio ha portato alla luce della ribalta nazionale le contraddizioni di un Sindaco e della sua squadra,contraddizioni emerse su vari fronti in questi mesi di governo. Il primo abuso è quello mediatico di un Sindaco che non perde tempo ad usare a suo uso e consumo la comunicazione e poi non è riuscito a dire bene nemmeno le bugie. Sia lui che il suo Assessore hanno immobili abusivi, insanabili e che andrebbero abbattuti. Eppure nell’intervista delle Iene sostenevano di non esserne a conoscenza. Dice un vecchio detto “chi non è buono per se non è buono per nessuno”. Patrizio e Luca non conoscono le situazioni economiche delle proprie famiglie. Patrizio Cinque e Luca Tripoli non conoscono le situazioni economiche delle famiglie bagheresi. Per il resto la cronaca politica nazionale non manca ogni giorno di fare vergognare i bagheresi della realtà in cui vivono e delle gaffe e del mal governo della propria amministrazione. Firma con noi la petizione per questo motivo. Mandiamoli a casa!
Intanto il Comune di Bagheria è stato condannato ad applicare il contratto nazionale di lavoro giornalistico alla giornalista Marina Mancini, assunta dall’Ente a tempo indeterminato come istruttore amministrativo, ma che da quindici anni svolgeva il ruolo di responsabile dell’ufficio stampa. Lo rende noto l’Associazione siciliana della stampa sottolineando che il giudice del Lavoro del Tribunale di Palermo, accogliendo il ricorso della professionista difesa dall’avvocato Filippo Morici, ha inoltre condannato il Comune di Bagheria al pagamento delle differenze retributive tra il contratto degli Enti locali e quello giornalistico redattore ordinario, oltre alle spese di lite.

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