mercoledì 17 febbraio 2016

Unioni civili, quello che Travaglio non osa dire ai Cinquestelle

Il Fattone
Marco Travaglio, durante l'evento Bulgari dell'Altaroma negli horti Sallustiani, Roma, 13 luglio 2014. ANSA/ANGELO CARCONI
Per il Fatto è più importante la sconfitta politica del Pd che il riconoscimento dei diritti di migliaia di famiglie arcobaleno
La legge sulle unioni civili non è un favore a Matteo Renzi o al Pd: è il riconoscimento, tardivo quanto obbligato, dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Non è una legge di sinistra: in Gran Bretagna il matrimonio omosessuale è stato proposto e fatto approvare dal premier conservatore David Cameron. Non è una legge del governo: è una legge giusta, una legge ovvia, una legge del Paese.
Per il Fatto, purtroppo, non è così: e la prima pagina di oggi offre un esempio tristissimo di Shadenfreunde, cioè di quel sentimento molto particolare, tanto ignobile quanto diffuso, che consiste nel gioire delle sciagure altrui, e al quale soltanto i tedeschi hanno saputo dare un nome. “Unioni civili, il Pd non esiste più – è il titolo – E il M5S non gli vota il canguro”. L’occhiello infierisce: “I democratici, spaccati e senza numeri, in ginocchio dai 5Stelle per fermare gli emendamenti”.
Anche nella redazione del Fatto, probabilmente, lavorerà qualche omosessuale. Di certo fra i suoi lettori ci sono famiglie arcobaleno che aspettano da anni, per sé e per i propri figli, un riconoscimento giuridico che le renda uguali alle altre famiglie. A queste cittadine e cittadini italiani non importa un fico secco delle divisioni nel Pd, delle procedure parlamentari, dei giochi di Casaleggio, della tenuta della maggioranza e del governo. Vorrebbero vivere come gli altri, e basta.
Anziché dedicare un ennesimo editoriale all’elogio dello Stato di polizia, oggi Marco Travaglio avrebbe dovuto scrivere ai suoi amici cinquestelle parole ferme e semplici: “Sì, avete ragione, il Pd fa schifo e Renzi è un ebetino. Sì, avete ragione, il ‘supercanguro’ limita in parte la discussione parlamentare. Sì, avete ragione, non spetta a voi garantire ciò che la maggioranza di governo non è in grado di garantire. Ma qui è in gioco la vita quotidiana di molte italiane e di molti italiani. Avevate dichiarato di voler votare la legge Cirinnà ‘senza modifiche': bene, fatelo. Non per voi né tantomeno per quel ducetto di Renzi, ma perché amate la giustizia e amate l’Italia”.

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