"Insegno a Harvard, ma sono stato rifiutato dal Politecnico di Torino": Vincenzo, cervello di ritorno che l'Italia non vuole
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È uno dei 24 cervelli "prestati" alle università straniere dove hanno sede i migliori centri di ricerca nel suo campo, ma l'Italia non lo vuole. Vincenzo Dimonte, 33 anni, laureato in matematica a Udine, emigrato a Vienna e operante anche ad Harvard, è stato rifiutato dal Politecnico di Torino. Il motivo?
È un valido ricercatore, ma non un’eccellenza.
Così lo liquida il direttore del dipartimento di Scienze matematiche del politecnico di Torino in risposta al perché del rifiuto, come si legge sulle pagine de La Stampa. Eppure lo Stato lo aveva fatto ritornare nel 2014, attraverso un bando voluto dal ministero dell'Università e intitolato a Rita Levi Montalcini. Dimonte era stato selezionato tra i migliori, ai quali saranno assegnati posti da ricercatore in università a loro scelta e un contratto da professori associati dopo tre anni.
Il matematico non si è fatto sfuggire l'occasione, ha scelto il Politecnico di Torino, ha sostenuto i colloqui ma la risposta è arrivata secca e inaspettata: rifiutato. Dimonte commenta:
.Temendo l’esterofobia delle università italiane, che si fidano poco dei ricercatori esterni preferendo gli “autoctoni”, ho optato per un grande ateneo che pensavo all’avanguardia
E, invece, il dipartimento non lo vuole.
Non ha alcuna esperienza didattica e durante i colloqui non ha mostrato particolari capacità di interrelazione utili per il rapporto con gli studenti.
Vincenzo Dimonete, eccellezza tutta italiana, ha visto riconosciuto il proprio valore da Vienna, dall'università americana di Harvard, ma non dall'università italiana che ha scelto. Il matematico non si è arreso, ha già ripiegato su un'altra università, ma non si capacita:
È uno sforzo inutile se non si sradicano dalle università gli atteggiamenti di chiusura verso chi arriva da fuori. Oggi dissuaderei i miei colleghi dal tornare in Italia: non si può fare ricerca in un ambiente ostile.
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