giovedì 18 febbraio 2016

Prima gli italiani!!!!!!! Prima gli italiani!!!!!!! Ancora leghisti coinvolti. Ora la giunta regionale si dimetta. I leghisti hanno manifestato contro Marino a Roma chiedendo di votare. Adesso Maroni si dimetta e si ritorni al voto in Lombardia.

Quindicimila euro in tagli da 500, quelli di solito usati per pagare tangenti. Soldi, che per gli inquirenti sono parte di una mazzetta da 50mila euro. Erano nascosti nella mansarda di Fabio Rizzi, l’ex consigliere del Carroccio della regione Lombardia, fedelissimo del governatore Roberto Maroni, arrestato martedì per tangenti. L’ex senatore della Lega Nord, a cui il presidente della Lombardia aveva affidato la stesura della riforma sanitaria della regione, è accusato di aver intascato soldi in cambio di favori alle società che facevano capo ad un’imprenditrice, Maria Paola Canegrati. A suon di mazzette, la donna era diventata una sorta di “zarina” dei servizi odontoiatrici in Lombardia. Istruiva lei i funzionari degli istituti pubblici su come dirottare i pazienti nelle strutture private: creando finte liste d’attesa e facendogli credere che avrebbero pagato poco di più del ticket sanitario. 400 milioni di euro il giro di affari con gli appalti truccati. Ma i carabinieri di Milano l’altra mattina in mansarda sono andati a colpo sicuro, sapevano dove il presidente della commissione Sanità nascondeva le tangenti. Intercettato, il 17 gennaio così parlava con la moglie, Lidia Pagani: «Tu come fai i pezzettoni da 500 che hai su... in mansarda? Rizzi: Perché? Pagani: Perchè è un casino adesso versarli. Quanto è che c’è su, 15mila euro?» Da martedì lui è in cella, lei agli arresti domiciliari. Insieme a loro, arrestate altre 19 persone tra cui il braccio destro di Rizzi al Pirellone, Mario Longo. «Voglio chiarire tutto quanto prima e difendermi dalle accuse» grida dal carcere Rizzi che oggi ne avrà l’opportunità visto che sarà sottoposto ad interrogatorio di garanzia. Intanto Matteo Salvini lo ha espulso dalla Lega e Maroni gli ha voltato le spalle. E dalle carte dell’inchiesta condotta dalla procura di Monza che ha fatto emergere il nuovo scandalo nella sanità lombarda emerge il comportamento di Rizzi che secondo il gip utilizzava il suo ruolo politico per facilitare gli imprenditori “amici”. Nell’ordinanza, intercettazioni che paiono inchiodare l’ex senatore leghista. Dai dialoghi viene a galla che il consigliere regionale percepiva «circa 8mila euro» al mese e «di questi ne versa 1.500 alla Lega Nord e 5mila per il mutuo». E proprio per estinguere quel mutuo, come risulta da una telefonata con la compagna, Rizzi era in attesa di «operazioni giuste». L’8 agosto scorso, spiegava che da un ospedale pediatrico che voleva costruire in Brasile, «potrebbero venir fuori un paio di milioni a testa. Ci sono due o tre operazioni grosse in ballo». E lei: «Si, ma cosa intendi per grosse?». Lui: «Qualche milione di euro». Pagani: «Da dividere in quanti?». Rizzi: «Tre». Mario Longo al telefono il 27 maggio scorso fornisce una specie di listino delle tangenti da incassare. «Canegrati - si legge nell’ordinanza - riassumeva a Longo, gli accordi sugli introiti che gli sarebbero derivati dal favorire le sue attività: 120mila euro l’anno, 25mila euro ogni nuova clinica, una percentuale sugli appalti». Longo dice di aver riferito degli accordi al commercialista: «I nostri accordi... che tu hai scritto su un pizzino...gliel’ho lasciato lì».

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