Ddl Cirinnà, se ne riparla fra 7 giorni. Pizzarotti attacca: “Occasione persa”
Marcucci: “Niente ritorno in commissione, né stralcio”
“Una settimana per riflettere”. Questa è la richiesta del Pd dopo le ultime due sedute in aula chehanno visto il M5S mettersi di traverso e la destra infilarsi in una situazione caotica. E la conferenza dei capigruppo ha stabilito che l’esame del ddl Cirinnà riprenderà mercoledì prossimo.
Un rinvio imposto dal fatto nuovo di ieri: i grillini, che pure avevano detto di votare l’emendamento Marcucci (il famoso canguro), si sono sfilati con scarsa maestria, addossando ad altri le proprie colpe come d’altra parte già successo con altri temi sociali che possono dividere l’opinione pubblica (vedi il reato di immigrazione clandestina e lo ius soli). Però la reazione nella base del Movimento non dovrebbe essere positiva: ne fa fede l’esternazione del sindaco di Parma Federico Pizzarotti che parla di “occasione persa” dal proprio profilo Twitter e con un chiaro riferimento ai pentastellati cita Don Milani: “A che serve avere le mani pulite se poi si tengono in tasca?”.
Una settimana di riflessione, quindi. Nulla si può escludere, nemmeno un nulla di fatto, visto questo Senato profondamente diviso e forse in maggioranza contrario al ddl (come dichiarato esplicitamente ieri dalla Lega in aula), in particolare sulla stepchild adoption.
Il rischio è che sia davvero difficile riannodare il nodo della trattativa. Tutta la rabbia nelle dichiarazioni a caldo della senatrice Monica Cirinnà che ha espresso tutta la sua amarezza per quel tradimento a Cinquestelle che, ha detto l’autrice della legge sulle unioni civili, sta pagando con uno “scivolone politico” del quale si prende la responsabilità personalmente.
Insoddisfazione è stata espressa anche della vicesegretario del Pd, Debora Serracchiani.
L’autore del canguro, il senatore dem Andrea Marcucci, parla di una settimana di tempo “per salvare la legge”. Lui un po’ di luce in questo buio sembra ancora vederla anche se a chi gli chiede come sia possibile cambiare le sorti del ddl Cirinnà, lui risponde: “Sarà molto importante l’assemblea del Pd di domenica…”. “Abbiamo preso una settimana di tempo per discutere perbene il da farsi – ha aggiunto Marcucci -, escludo che al momento ci possa essere un ritorno in Commissione del testo e non prevedo stralci. Il rinvio dell’esame di qualche giorno serve solo a salvare la legge”.
Escludendo, quindi, il ritorno in commissione (anche se la senatrice dem Rosa Maria Di Giorginon scarta questa ipotesi), le strade percorribili per approvare in aula il ddl sembrano sostanzialmente due: trovare i voti necessari per far passare il canguro, quei voti che finora sembrano sfuggire; oppure scendere a patti nuovamente sugli emendamenti finora proposti per capire in che modo si possa modificare il testo per trovare il maggiore consenso possibile. Quell’accordo al ribasso al quale Monica Cirinnà non voleva proprio arrivare.
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