martedì 16 febbraio 2016

Un altro scandalo per la Sanità lombarda. La misura è colma – SPECIALE

Lombardia
Il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani e Fabio Rizzi (alla sua sinistra) presidente della III Commissione del Consiglio regionale (Sanità e Politiche sociali) nel corso della visita all'ospedale di Circolo, questa mattina, a Varese il 19 giugno 2014.
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Le persone indagate per reati di vario titolo legate alla Sanità lombarda. Pd: “Ora Maroni ne deve trarre le conseguenze”
Ci risiamo, la Sanità lombarda è di nuovo al centro di uno scandalo giudiziario. I carabinieri del Comando provinciale di Milano hanno eseguito 21 ordinanze di misura cautelare firmate dal Gip del tribunale di Monza nei confronti di altrettante persone indagate, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbata libertà degli incanti e riciclaggio. Si tratta dell’indagine ‘Smile’, secondo la quale un gruppo imprenditoriale, la Odontoquality di Maria Paola Canegrati, avrebbe turbato in proprio favore l’aggiudicazione di una serie di appalti pubblici – banditi da diverse Aziende Ospedaliere della Lombardia per la gestione, in outsourcing, di servizi odontoiatrici – corrompendo i funzionari preposti alla gestione delle gare.


Le persone con funzioni pubbliche coinvolte nell’indagine sono 10, tra le quali anche Fabio Rizzi, presidente della commissione Sanità e politiche sociali della Regione Lombardia. Stando a una nota dei Carabinieri, nel corso delle indagini sono stati ricostruiti episodi corruttivi nei confronti di 10 soggetti investiti di funzioni pubbliche, condizionamenti nell’aggiudicazione e nello svolgimento di appalti indetti da Aziende Ospedaliere della Lombardia, nonché analoghe ingerenze nelle procedure di contrattazione con importanti strutture sanitarie private accreditate con il Sistema Sanitario Nazionale.


Uno scandalo in piena regola che arriva dopo l’arresto nei confronti dell’ex assessore regionale alla Sanità, il forzista Mario Mantovani, dell’indagine a carico dell’assessore al Bilancio Massimo Garavaglia e del processo nei confronti dello stesso presidente della Regione Roberto Maroni. Per l’opposizione la misura è colma. “C’è un problema grande quanto Palazzo Lombardia – afferma il segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri – stavolta Maroni deve trarne le conseguenze”. Duro anche Umberto Ambrosoli: “Da anni diciamo inutilmente che la sanità lombarda va messa in sicurezza rispetto alle aggressioni del malaffare”.
Interlocutoria la reazione del segretario della Lega Nord Matteo Salvini, che si affida alla sua pagina Facebook: “Prima riflessione: chi sbaglia davvero, non merita la Lega. Seconda riflessione: spero che le accuse si rivelino una bufala. Terza riflessione: spero che alcuni magistrati non siano in campagna elettorale, è accaduto già troppe volte. Quarta riflessione: sono sicuro che l’eventuale errore di pochi non danneggi il lavoro delle migliaia di persone che ogni giorno mandano avanti benissimo gli ospedali in Lombardia. Quinta riflessione: sono orgoglioso di essere il Segretario della Lega”.
Roberto Maroni, dal canto suo, si dice “stupito e anche incazzato” per quanto sta emergendo. “Regione Lombardia – dice – è parte offesa. Quando succedono queste cose la Regione è infangata. Ci costituiremo in giudizio e siamo pronti a fare tutto ciò che serve. Il nostro impegno è fare piena luce e continuare la nostra azione attraverso anche i nuovi strumenti messi a disposizione dalla riforma che abbiamo fatto, per garantire la piena attuazione delle regole e delle procedure di trasparenza che qualcuno ha violato e che se ha violato deve pagarne le conseguenze”.

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