giovedì 5 novembre 2015

Chissà i gufi come gufano.

Istat, pil 2015 a +0,9%. Nel 2016 +1,4%. Crescono consumi e investimenti

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MATTEO RENZIent
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Anche Commissione Europea e Istat si allineano alle previsioni del governo sulla crescita dell'Economia italiana. Nel 2015, secondo l'istituto di Statistica, il Prodotto interno lordo italiano aumenterà dello 0,9% in termini reali. Nel 2016 e nel 2017 dell'1,4% sia per il 2016 che per il 2017.
L'Istituto ha così rivisto al rialzo le precedenti stime precisando che nel 2015 la domanda interna al netto delle scorte contribuirà positivamente alla variazione del pil per 0,7 punti percentuali mentre la domanda estera netta sottrarrà un decimo di punto percentuale all'espansione del prodotto. Dati accolti con favore dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. ""Che stia finendo la dittatura dello zero virgola, non è un successo per il governo, è un traguardo per l'Italia. Siamo tornati, finalmente", ha scritto Renzi su Facebook. "Si moltiplicano giorno dopo giorno i dati positivi sulla nostra economia e anche in Europa la musica nei nostri confronti sta cambiando".
Il rafforzamento della ripresa è in larga parte determinato dalla domanda interna. Il miglioramento nell'anno in corso è attribuibile - rileva l'istat - in parte all'effettivo miglioramento delle condizioni nel mercato del lavoro, in parte al recupero di fiducia, sia sulla situazione attuale sia prospettica, che ha caratterizzato la prima parte del 2015. "Le indicazioni per la seconda metà del 2015 supportano la previsione di una evoluzione in linea con quella del secondo trimestre. In media d'anno i consumi delle famiglie residenti registreranno una crescita dello 0,8%". Nel 2016, si prevede un rafforzamento dei consumi privati (+1,2%) che proseguirà anche nel 2017 (+1,1%).
Tornano a correre anche gli investimenti. "Dopo un lungo periodo di contrazione" spiega l'Istat, "nel 2015 si sono manifestati segnali di ripresa del processo di accumulazione del capitale riferito ai mezzi di trasporto e, nel secondo trimestre, anche alle macchine e attrezzature. Nei prossimi mesi è atteso il consolidamento delle aspettative delle imprese sulle prospettive di espansione dell'attività produttiva. Il miglioramento delle condizioni di accesso al credito costituirà un ulteriore elemento a supporto della spesa per beni di investimento".
Secondo l'Istat "la crescita degli investimenti nella media del 2015 si attesterà all'1,1%, trainata principalmente dalla componente in macchine e attrezzature e dalla spesa in beni della proprietà intellettuale, mentre il ciclo degli investimenti in costruzioni risulterà ancora in rallentamento". In particolare, "la dinamica degli investimenti fissi lordi è prevista in ulteriore rafforzamento nel 2016 (+2,6%) quando le imprese potranno beneficiare degli incentivi del maxi-ammortamento per i macchinari e le attrezzature. Anche gli investimenti in costruzioni sono previsti tornare a crescere benchè in misura moderata. Tale tendenza", conclude l'Istat, "proseguirà anche nel 2017 (+3%).
Buone notizie anche sul fronte del mercato del lavoro. L'occupazione - spiega l'istat - aumenterà nel 2015 (+0,6% in termini di unità di lavoro), accompagnata da una riduzione del tasso di disoccupazione che si attesterà al 12,1%. Nel 2016, le unità di lavoro registreranno un aumento più significativo (+0,9%) mentre il tasso di disoccupazione segnerà una ulteriore diminuzione, attestandosi all'11,5%. Nel 2017 le unità di lavoro aumenteranno ad un ritmo meno intenso (+0,7%), in presenza di una ulteriore lieve discesa del tasso di disoccupazione (11,3%).
Le previsioni della Commissione: nel 2016 pil a +1,5%. Dalla Commissione Europea, nelle proprie previsioni di primavera, sono arrivate indicazioni analoghe sulla crescita della nostra economia. L'esecutivo Ue prevede per quest'anno una crescita dello 0,9%, mentre per il prossimo vede un +1,5%. "La ripresa, avviata nel 2015, si rafforza nel 2016" grazie a "prezzi del petrolio bassi e domanda interna", scrive Bruxelles. a Ue lascia invariate le stime sul deficit italiano nel 2015 (2,6%) e rivede al rialzo quelle sul dato 2016 (2,3% invece del 2% previsto a maggio e del 2,2% inserito dal Governo nel Def). Questo "nonostante le positive prospettive di crescita", scrive Bruxelles, che vede anche un "peggioramento del deficit strutturale di circa mezzo punto".
Dombrovskis: ripresa sempre più autosufficiente. Inoltre, secondo la Commissione, a spingere la crescita del Paese non sarebbero soltanto i famosi fattori esterni. "La ripresa in Italia - ha spiegato il vicepresidente Valdis Dombrovskis - è sempre più autosufficiente e meno dipendente da fattori temporanei come indebolimento dell'euro, calo dei prezzi petroliferi e allentamento della politica monetaria della Bce". Secondo Dombrovskis "vi sono comunque i margini per un ulteriore miglioramento".
Confindustria: Industria riparte, ma Sud resta indietro. Intanto anche Confindustria lancia segnali di ripresa.L'industria manifatturiera, scrive il centro studi di Viale dell'Astronomia, "ha cominciato a risalire la china", e "non si tratta di una falsa partenza"; ma "con un passo ancora lento e assai omogeneo tra i suoi comparti". Mentre la crisi, che "ha colpito di più la manifattura del Sud", "aggrava la questione meridionale". Così, "sono urgenti scelte politiche".
Secondo il leader degli industriali Giorgio Squinzi "l'Italia è finalmente e faticosamente uscita dalla recessione", anche i dati Ue di oggi "dimostrano che il miglioramento c'è. Dovremmo veramente vedere l'uscita dal tunnel a breve"
Confcommercio, lieve calo a settembre. Da Confcommercio arrivano invece segnali un po' meno incoraggianti sul fronte dei consumi. L'indicatore Confcommercio (Icc) registra un calo dello 0,1% rispetto ad agosto e una crescita dell'1,9% tendenziale. La stima per il mese di agosto e' rivista al rialzo da -0,3% a -0,1% rispetto a luglio. In media mobile a tre mesi la tendenza resta orientata al miglioramento. "Il dato congiunturale", spiega la confederazione, "si inserisce in un contesto in cui la ripresa stenta ad assumere maggiore dinamicita'. Le famiglie, seppure orientate all'ottimismo, continuano ad essere vincolate da dinamiche reddituali in crescita contenuta".

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