MAMBO
Se vince il M5s andrò in esilio o farò il partigiano
Altro che Renzi. Solo un trionfo di Grillo e Casaleggio farebbe tremare la democrazia.
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06 Novembre 2015Share on facebook
Bisogna cominciare ad abituarsi all’idea che le prossime elezioni a Roma, ma soprattutto quelle nazionali, siano vinte da Beppe Grillo e i 5 Stelle. Loro ormai ci credono, incoraggiati da sondaggi favorevoli. Questi stessi sondaggi danno il crollo di Forza Italia, il segno negativo per Salvini, la fine della “resistibile ascesa” di Matteo Renzi.
Abituarsi all’idea della vittoria dei grillini è al tempo stesso una prospettiva di rasserenazione (cambia tutto ma non cambia niente), ovvero di spavento.
I 5 Stelle non sono più quegli animali da prateria che nei primi tempi del loro esordio parlamentare avevano sconvolto tutte le regole. Dicono sempre di no, o quasi, ma attorno a loro si è creato lo stesso clima che c’è sempre stato attorno a gruppi parlamentari nuovi: alcuni di loro sono bravi, altri no, alcuni dialogano, altri sono fanatici, alcuni si integrano nel sistema altri amano la tivù e la piazza mediatica. Nulla di nuovo.
BEPPE E CASALEGGIO, UN FEELING CON IL POTERE. La novità non sta neppure nell’impostazione strategica. Grillo e Casaleggio, dopo la breve liason con Rodotà, vogliono marciare da soli. Vogliono cioè tutto il potere per se stessi. Beppe ha addirittura immaginato, in caso di vittoria romana, un periodo di scontri e di durezze perché loro saprebbero usare le maniere forte per far funzionare la città.
Grillo e Casaleggio sono gli stessi di prima. Il primo è più stanco, fa meno il fenomeno. Il secondo resta quella tipica “anima nera” che da che mondo e mondo vive dentro la politica di tutti i Paesi e di tutti i tempi.
Ama il potere ma lo vuole gestire dalla seconda fila, fino al momento in cui deciderà che per lui il grande passo verso la prima scena è diventato più facile.
Il loro programma è pieno di cose. Tutte ricette che, applicate tutte in una volta, distruggerebbero il pianeta essendo una singolare combinazione di dicerie, di fantasie da bar, di caccia agli untori, di xenofobia neppure nascosta, di ostilità verso la scienza e il progresso.
In tempo di crisi della democrazia il vero buco nero di Grillo e Casaleggio è che nessuno di noi sa se sono democratici nel senso più essenziale: se cioè con loro vittoriosi il Paese sarebbe dominato da una Casta semi-religiosa e dovremmo difendere spazi di libertà.
M5S UN RISCHIO PER TUTTI I DEMOCRATICI. Personalmente mi sono fatto l’idea che il movimento grillino, a differenza di altri movimenti dal basso, sia sostanzialmente reazionario, canche se si alimenta con voti di sinistra, e che sarà tentato di dare la spallata alla democrazia liberale. Altro che l’autoritarismo di Renzi.
La mia personale convinzione è che se Grillo e Casaleggio vincessero, o se vinceranno, i democratici veri dovranno faticare molto per difendersi e alcuni potrebbero scegliere la via dell’auto-esilio.
I partiti che sono diversi dal M5s però lo stanno aiutando.
Ogni corrotto di partito porta voti a Grillo. Ogni lite incomprensibile porta voti a Grillo, ogni proposta di Unione sacra contro di lui lo aiuta da pazzi.
Renzi ha il pallino nelle mani ma non lo sta giocando bene. Fa troppo casino, non unisce, non dà l’idea di un potere stabile.
Si vince contro Grillo combinando moralità/stabilità/ progresso.
Sennò preparate le valige, per Parigi o per la montagna (come i nostri nonni partigiani).
Abituarsi all’idea della vittoria dei grillini è al tempo stesso una prospettiva di rasserenazione (cambia tutto ma non cambia niente), ovvero di spavento.
I 5 Stelle non sono più quegli animali da prateria che nei primi tempi del loro esordio parlamentare avevano sconvolto tutte le regole. Dicono sempre di no, o quasi, ma attorno a loro si è creato lo stesso clima che c’è sempre stato attorno a gruppi parlamentari nuovi: alcuni di loro sono bravi, altri no, alcuni dialogano, altri sono fanatici, alcuni si integrano nel sistema altri amano la tivù e la piazza mediatica. Nulla di nuovo.
BEPPE E CASALEGGIO, UN FEELING CON IL POTERE. La novità non sta neppure nell’impostazione strategica. Grillo e Casaleggio, dopo la breve liason con Rodotà, vogliono marciare da soli. Vogliono cioè tutto il potere per se stessi. Beppe ha addirittura immaginato, in caso di vittoria romana, un periodo di scontri e di durezze perché loro saprebbero usare le maniere forte per far funzionare la città.
Grillo e Casaleggio sono gli stessi di prima. Il primo è più stanco, fa meno il fenomeno. Il secondo resta quella tipica “anima nera” che da che mondo e mondo vive dentro la politica di tutti i Paesi e di tutti i tempi.
Ama il potere ma lo vuole gestire dalla seconda fila, fino al momento in cui deciderà che per lui il grande passo verso la prima scena è diventato più facile.
Il loro programma è pieno di cose. Tutte ricette che, applicate tutte in una volta, distruggerebbero il pianeta essendo una singolare combinazione di dicerie, di fantasie da bar, di caccia agli untori, di xenofobia neppure nascosta, di ostilità verso la scienza e il progresso.
In tempo di crisi della democrazia il vero buco nero di Grillo e Casaleggio è che nessuno di noi sa se sono democratici nel senso più essenziale: se cioè con loro vittoriosi il Paese sarebbe dominato da una Casta semi-religiosa e dovremmo difendere spazi di libertà.
M5S UN RISCHIO PER TUTTI I DEMOCRATICI. Personalmente mi sono fatto l’idea che il movimento grillino, a differenza di altri movimenti dal basso, sia sostanzialmente reazionario, canche se si alimenta con voti di sinistra, e che sarà tentato di dare la spallata alla democrazia liberale. Altro che l’autoritarismo di Renzi.
La mia personale convinzione è che se Grillo e Casaleggio vincessero, o se vinceranno, i democratici veri dovranno faticare molto per difendersi e alcuni potrebbero scegliere la via dell’auto-esilio.
I partiti che sono diversi dal M5s però lo stanno aiutando.
Ogni corrotto di partito porta voti a Grillo. Ogni lite incomprensibile porta voti a Grillo, ogni proposta di Unione sacra contro di lui lo aiuta da pazzi.
Renzi ha il pallino nelle mani ma non lo sta giocando bene. Fa troppo casino, non unisce, non dà l’idea di un potere stabile.
Si vince contro Grillo combinando moralità/stabilità/ progresso.
Sennò preparate le valige, per Parigi o per la montagna (come i nostri nonni partigiani).
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