domenica 1 novembre 2015

Una ottima riflessione di Sofri da leggere.

“Che tempo che fa, è bufera”

Facciamo finta di essere in un paese normale e di non essere abituati alla “È POLEMICA” montata per ragioni demagogiche e strumentali da parti politiche e testate giornalistiche. Diciamo che a quelli e a quelle malefedi non ci pensiamo, e che incontriamo per strada un amico serio e sincero che chieda, avendone letto, “ma è giusto che la Rai dia 24mila euro dei nostri soldi a un ex ministro greco per intervistarlo in un programma?” (serio e sincero, ma un po’ squilibrato, rispetto ai temi di conversazione per strada).
E quindi, a lui, rispondiamo.
«Ciao, caro amico serio e sincero. La Rai non ha dato a nessuno 24 mila euro. Quei soldi sono stati pagati a Varoufakis da una società di produzione privata, Endemol, che produce il programma e ne copre e gestisce i costi. Endemol ha un contratto con la Rai con cui la Rai compra a una determinata cifra quel programma, a prescindere dai costi, che sono decisi e coperti da Endemol. Quindi che Varoufakis venga pagato o no non cambia di un euro quello che spende la Rai, né quello che spendiamo noi. Tra l’altro, quelli della Rai non sono neanche tutti “soldi nostri”: in gran parte vengono dalla pubblicità. E questi vengono di più se la Rai fa maggiori numeri di audience e ha dei programmi che si mostrino di successo e di qualità. Cosa che avviene anche con ospiti di successo e qualità. Quindi, volendo, Endemol ha pagato 24mila euro per un contenuto di cui beneficerà – a costo zero – la Rai, in termini di ricavi pubblicitari (anche Endemol, nelle proprie speranze: perché il successo del programma garantirà la sua prosecuzione e nuovi contratti, probabilmente).
Poi, caro amico serio e sincero, se anche quei soldi li avesse spesi la Rai, la cosa da valutare è se quei soldi tornino o no, come investimento: né più e né meno che quelli spesi per un servizio in più del telegiornale, un cameraman di Porta a porta, un autore di Ballarò o una sigla di un qualunque programma. Fare dei buoni programmi costa, e chi li fa ha dei budget su cui ragionare e degli investimenti tra cui scegliere: se sbaglia e il programma costa troppo e va male, il programma chiude.
Però, caro amico serio e sincero, questa è già una risposta più estesa e fuorviante, rispetto alla “bufera” di cui si scrive in questi giorni. Perché la Rai quei soldi non li ha pagati. Ciao, buona giornata»

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