ROMA - A Maroni che dice "i conti della Lega durante la mia segreteria sono stati in ordine", risponde il fondatore della Lega: "I soldi li ha spesi Maroni per la campagna elettorale". Continua la faida tra camicie verdi sui rimborsi elettorali ottenuti, secondo la procura di Genova, con una truffa della quale sono chiamati a rispondere Bossi e Belsito, ex amministratore del Carroccio. Ma è scaricabarile, ora, tra i vertici e gli ex vertici della Lega, dopo la costituzione di parte civile di Camera e Senato (rivelata da Repubblica.it), con la quale il Parlamento chiede ai leghisti la restituzione di 59 milioni di rimborsi elettorali oggetto della truffa (19 in più di quelli richiesti dalla stessa procura).

Bossi, però, accusato di avere presentato (insieme a Belsito), i rendiconti elettorali falsi, non ci sta a pagare da solo il conto con la giustizia, visto e considerato che i soldi oggetto della truffa che gli è contestata, il cosiddetto corpo del reato, sono stati incassati e spesi dai due segretari che si sono avvicendati dopo di lui, Roberto Maroni e Matteo Salvini. Perchè, chiede ora il capogruppo di Sc alla Camera Giovanni Monchiero, il corpo del reato, ovvero l'ammontare dei soldi versati indebitamente dal Parlamento nelle casse della Lega, non è stato sequestarto dalla procura? Perchè Maroni e Salvini li hanno incassati e spesi ben sapendo della loro sospetta provenienza?

Ad attaccare ha cominciato Bossi, chiedendo a Salvini - per tramite del suo legale Matteo Brigandì - la restituzione dei 40 milioni contestati, soldi che Bossi, dice, aveva lasciato nell'attivo del bilancio. Il Senatur ricorda che sia Maroni che Salvini erano ben consapevoli che quei soldi provenivano da una truffa, il primo perché proprio per l'avvio dell'inchiesta giudiziaria, nell'aprile del 2012, lo spodestò con il "movimento delle scope". Il secondo in quanto, in qualità di segretario della Lega, attraverso il suo avvocato Domenico Aiello, si era addirittura costituito parte civile al processo di Genova proprio per il reato di truffa.

"Non esiste questa cosa - s'è difeso Maroni - Io ho guidato la Lega per 18 mesi e ho fatto certificare e verificare ogni spesa da un'agenzia esterna. Quindi non ho alcun timore, i conti sono in ordine".  "Io sono tranquillo e onesto - aggiunge Matteo Salvini - la Lega è cambiata, è pulita e trasparente". Sul passato io non do giudizi". Che fine abbiano fatto i soldi, al momento, non lo dice nessuno. Quel che è certo è che sono stati spesi tutti.

Ma per il fondatore ella Lega s'è trattato di un “un complotto”. “Sono tutte invenzioni! - dice - Quando ero forte io da leader della Lega, il centralismo s'è inventato qualcosa. Ora, siccome la Lega non è sparita, la attaccano: è una manovra del centralismo”. A chi gli ricorda che il “movimento delle scope” che l’ha cacciato, nell’aprile del 2012, era composto anche da camicie verdi, ammette: “Sì, vero. C’erano anche dei leghisti, tra gli artefici del complotto”. "All’epoca - spiega il Senatur - ero forte. Capita sempre così, e ora tocca a Salvini essere attaccato, perché in questo momento lui sta andando bene”. Salvini s’è costituito parte civile contro Bossi, sposando di fatto la tesi accusatoria della procura che lo ritiene responsabile della truffa. E ha incassato e speso parte di quei soldi. Bossi ciede all'attuale segretario la restituzione dei 40 milioni di euro. Poi, politicamente, lo difende: “Salvini è un bravo ragazzo che non può essere coinvolto in porcherie organizzate da Roma che hanno l’unico scopo di continuare a danneggiare la Lega che è tornata forte. Come la Lega si rialza, arriva la mazzata”.

Diverso il discorso con Maroni, che aveva ispirato il “movimento delle scope” che portò al defenestramento del leader leghista. Salvo, poi, una volta diventato segretario, anche lui incassare e spendere parte dei soldi oggetto della truffa. Il legale di Bossi, Matteo Brigandì, chiederà alla procura di valutare se "spendere soldi provento di un precedente reato non costituisca il reato di ricettazione" “Se i soldi mancano - commetna, sarcastico, Bossi - vuol dire che Maroni li ha spesi. Io ho visto che la campagna elettorale per le regionali in Lombardia è costata molto. Penso che li abbia spesi in quella circostanza". Bossi chiede a Salvini la restituzione dei soldi ben sapendo che li ha spesi tutti. Salvini minaccia
querele. Maroni rivendica di aver speso bene dei soldi provento di una truffa. C’è clima da resa dei conti nel Carroccio? “Sia chiara una cosa - conclude Bossi -  io non cerco vendette. E aggiungo, se avessi voluto vendicarmi, l’avrei fatto prima”.