E Travaglio dimenticò l’archiviazione sulle spese di Renzi
Il Fatto in 24 pagine non fa cenno all’archiviazione dell’indagine sulle spese di Renzi quando era presidente della Provincia
Per diversi giorni il Fatto ha sparato in prima pagina insinuazioni e allusioni sulle spese fatte da Matteo Renzi quand’era presidente della Provincia e, poi, sindaco di Firenze, con tanto di intervista taroccata al pizzaiolo e sensazionale rivelazione su una notte passata all’hotel Raphael con Luca Lotti (in camere separate).
Per diversi giorni il Fatto ha insistito sull’enormità delle note spese, sull’incertezza degli scontrini, sul complotto del silenzio che avvolgerebbe gli inizi della carriera politica del premier, sull’uso personale delle risorse pubbliche, spiegando ai lettori che la magistratura stava alacremente indagando. Per diversi giorni il Fatto ha cercato di far credere ai suoi ignari lettori che gli scontrini del povero Marino sono un’inezia a paragone degli scontrini dell’orrido Renzi, ogni volta alludendo e insinuando, insinuando e alludendo.
Ieri il gip di Firenze ha archiviato, su richiesta del pm Luca Turco, le accuse rivolte all’allora presidente della Provincia per aver sperperato denaro pubblico in “avvenimenti privi di qualsiasi pubblica utilità”, compreso un viaggio negli Stati Uniti sul quale ha indagato anche la Guardia di finanza, che non ha accertato l’esistenza di reati. Secondo il gip Alessandro Maiorano, l’impiegato comunale autore delle denunce a Renzi “propone sospetti, in pratica sollecita una ricerca di reati”: un po’ come il Fatto, insomma.
Oggi abbiamo letto con estrema attenzione tutte e 24 le pagine del giornale di Travaglio, ma purtroppo della notizia non c’è traccia. Forse perché si tratta di una notizia, cioè di un fatto realmente accaduto. Le allusioni e le insinuazioni sul Fatto hanno sempre l’onore della prima pagina: per le notizie, invece, Travaglio predilige la venticinquesima, quella che non arriva mai in tipografia.
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