NCHIESTA
Scontri Milano, l'ipotesi di reato è devastazione
Gli inquirenti indagano sui disordini del primo maggio. Cinque persone arrestate in flagranza. Altri ignoti da identificare. Rischiano fino a 15 anni.
02 Maggio 2015
Pene fino a 15 anni di carcere. Sono quelle previste per devastazione, l'ipotesi di reato al centro dell'inchiesta della procura di Milano che deve accertare le responsabilità per i violenti disordini del primo maggio.
Dopo la guerriglia messa in atto dai black bloc nel centro di Milano, le forze dell'ordine, coordinate dal pm di turno Piero Basilone, hanno arrestato in flagranza cinque persone per i reati di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, getto pericoloso di oggetti e oltraggio.
CACCIA AGLI INCAPPUCCIATI. Ora, però, le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, capo del pool antiterrorismo (di cui fa parte anche il pm Basilone), devono accertare le responsabilità di tutti quegli 'incapucciati' che nel pomeriggio del primo maggio hanno messo a ferro e fuoco la città, bruciando macchine, negozi e filiali di banche, devastando vetrine e lanciando pietre, bombe carta e molotov.
AL VAGLIO UNA DECINA DI POSIZIONI. Al momento, al vaglio degli inquirenti ci sono almeno una decina di altre posizioni, oltre alle persone già arrestate, e l'ipotesi di reato su cui i pm si stanno muovendo è quella di «devastazione», prevista dall'articolo 419 del codice penale.
Un reato che prevede pene comprese tra un minimo di otto anni e un massimo di 15.
Nel frattempo, oltre al lavoro investigativo e di indagine, gli inquirenti devono chiedere la convalida degli arresti effettuati e le misure cautelari per i cinque antagonisti finiti in carcere.
Dopo la guerriglia messa in atto dai black bloc nel centro di Milano, le forze dell'ordine, coordinate dal pm di turno Piero Basilone, hanno arrestato in flagranza cinque persone per i reati di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, getto pericoloso di oggetti e oltraggio.
CACCIA AGLI INCAPPUCCIATI. Ora, però, le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, capo del pool antiterrorismo (di cui fa parte anche il pm Basilone), devono accertare le responsabilità di tutti quegli 'incapucciati' che nel pomeriggio del primo maggio hanno messo a ferro e fuoco la città, bruciando macchine, negozi e filiali di banche, devastando vetrine e lanciando pietre, bombe carta e molotov.
AL VAGLIO UNA DECINA DI POSIZIONI. Al momento, al vaglio degli inquirenti ci sono almeno una decina di altre posizioni, oltre alle persone già arrestate, e l'ipotesi di reato su cui i pm si stanno muovendo è quella di «devastazione», prevista dall'articolo 419 del codice penale.
Un reato che prevede pene comprese tra un minimo di otto anni e un massimo di 15.
Nel frattempo, oltre al lavoro investigativo e di indagine, gli inquirenti devono chiedere la convalida degli arresti effettuati e le misure cautelari per i cinque antagonisti finiti in carcere.
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