domenica 26 aprile 2015

Bellissimo articolo di Darwin Pastorin.

Liberiamoci anche dall'Italia indifferente e senza memoria

Pubblicato: Aggiornato: 5
A volte mi chiedo: ma questo paese è ancora l'Italia, l'Italia generosa, della brava gente, l'Italia della Resistenza e della Liberazione, l'Italia che partiva tante lacrime e tasche vuote? A leggere certi commenti, sui vari social, colmi di odio, astio, rancore e razzismo direi di no, decisamente. È diventata, tristemente, un'altra nazione. Anche se continua ad andare a messa, a farsi il segno della croce e a difendere, con vigore e con fiaccolate, le statuine del presepe. Le statuine bisogna proteggerle, gli uomini disperati che muoiono in mare no. In molti dovrebbero ripassare i Vangeli. Oppure, decidere da che parte stare. Ha ragione Byung-Chul Han, filosofo tedesco-sud coreano, autore del saggio "Nello sciame. Visioni del digitale" (Nottetempo editore), quando parla di "shitstorm", ovvero "una tempesta di sterco" in troppi commenti su internet, in tanti "mi piace" sui pareri più crudeli, tra faccine sorridenti o, addirittura, sghignazzanti. D'altra parte anche la televisione sta mostrando il peggio del peggio, politici che si insultano, che rincorrono la popolarità attraverso l'offesa, il becerume vario, variegato e avariato, su argomenti che meriterebbero una riflessione, una presa di coscienza condivisa. 
Gianni Morandi per avere ricordato che siamo un popolo di migranti (lo scrivo da sempre, con diritto, io figlio nipote e pronipote di migranti) è stato sommerso da una caterva di improperi. Qui i morti nel Mediterraneo non suscitano nemmeno pietà. Già immagino una valanga di "shitstorm": "Prendili a casa tua, Sono annegati ancora in pochi!". Eppure, eravamo noi, fino a qualche tempo fa, a partire. E cosa succedeva sulle navi degli italiani, in terza classe? Andate a leggere alcune pagine del bel romanzo di Mauro Berruto, "Independiente Sporting" (Baldini&Castoldi): e, forse, qualcuno potrebbe ricredersi, diventare finalmente una "persona",
Oggi festeggiamo la Liberazione. Una festa importante, fondamentale, che ha portato alla fine del fascismo, alla Costituzione, la nostra bellissima Costituzione. Ma anche qui, quanta gente straparla: "Ma a cosa serve? Ma basta!". Sto rileggendo il filosofo Norberto Bobbio ("Eravamo ridiventati uomini", testimonianze e discorsi sulla Resistenza in Italia", 1955-1999, a cura di Pina Impagliazzo e Pietro Polito, Einaudi) e il grande intellettuale scrisse che la lotta partigiana gli "ha insegnato a vedere la storia dalla parte degli umili, dei poveri, degli oppressi a vedere in loro la forza di domani", con un avvertimento, fin dal giugno 1955, "la Resistenza non è finita". Oggi dobbiamo lottare contro l'indifferenza e l'intolleranza, per un'Italia più giusta. Più buona. Non ascoltate, voi credenti, Gianni Morandi: ma papà Francesco sì. Almeno lui. E andate a leggere Norberto Bobbio: provoca benessere allo spirito e al cuore.

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