Circo Massimo a 5 stelle: democrazia diretta un corno
Oramai è cosa quasi certa. In “Italia a 5 stelle“, sul palco del Circo Massimo, ci saranno 27 interventi, ciascuno di un quarto d’ora. Venerdì la scena sarà tutta di Beppe Grillo,ma sabato e domenica la parola passerà anche agli eletti. Alcuni eletti. Ci sarà Carlo Sibilia che parlerà di sovranità, i neo sindaci Patrizio Cinque e Filippo Nogarin, e poi ancora Massimo De Rosa, Vincenzo Maurizio Santangelo, Danilo Toninelli, Andrea Cioffi, Giuseppe Brescia, alcuni europarlamentari e i big del Movimento. Non a caso la chiusura sarà dedicata domenica pomeriggio ad Alessandro Di Battista (che tratterà di politica estera), Laura Castelli (economia) e il vicepresidente alla Camera Luigi Di Maio, alle 15.45, che passerà poi il microfono al leader genovese.
Bene, scorrendo la scaletta, si parlerà di “sprechi della casta”, “riforme costituzionali e inciuci”, F35…
Argomenti totem dei 5 stelle. Giusto “parlarne” ma appunto sono argomenti totem non certo un chiarimento necessario e più volte richiesto all’interno del Movimento.
Dal palco si parlerà di problema della certificazione delle votazioni sul portale? Ci sarà un momento in cui si confronteranno i vari mezzi di “democrazia diretta” sperimentata in M5S da Parleon ad Airesis? Tavole rotonde? Dibattito sul palco con mediatore? Italia a 5 stelle pare essere sempre più uno slogandificio piuttosto che un momento serio di confronto, un punto di ripartenza.
Sopra il palco i “buoni” a strillare al microfono la linea, sotto tanti gazebi (“pagati” 100 euro dagli attivisti?) dove forse si assaggerà realmente quello che in realtà è il Movimento stesso.
Alla faccia della democrazia diretta. Alla faccia dell’uno vale uno. Nel Pd chi dissente ha comunque i suoi minuti streaming per dire la sua contro il segretario di turno. Al Circo Massimo questa occasione pare mancherà.
Stavolta c’è una scaletta, con persone indicate e ritmo serrato. Una manifestazione che ha il sapore di propaganda, sostenuta con i soldi degli attivisti tra l’altro.
Eppure un tempo la scaletta non la decideva lo staff comunicazione o l’Associazione Grandi Eventi. Un tempo, a Bologna, nonostante le imminenti elezioni europee Sonia Alfano e Luigi De Magistris non salirono sul palco. A deciderlo gli attivisti. Come ricordò uno di loro: «Al tempo Italia dei Valori non si comportava molto bene a livello locale e comunque noi non volevamo presenze di partito sopra il palco. Lo spiegammo a Beppe che capì e decise di esser dalla nostra parte».
Eppure un tempo la scaletta non la decideva lo staff comunicazione o l’Associazione Grandi Eventi. Un tempo, a Bologna, nonostante le imminenti elezioni europee Sonia Alfano e Luigi De Magistris non salirono sul palco. A deciderlo gli attivisti. Come ricordò uno di loro: «Al tempo Italia dei Valori non si comportava molto bene a livello locale e comunque noi non volevamo presenze di partito sopra il palco. Lo spiegammo a Beppe che capì e decise di esser dalla nostra parte».
Loro decidevamo e uno valeva uno. Valeva.
Ora valgono solo gli applausi. Come per un partito.
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