domenica 5 ottobre 2014

Personalmente non avevo dubbi sul fatto che le donne sono brave come gli uomini in matematica. Non avevo bisogno di questa ricerca.




paper-box“Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere” non è solo il titolo di un best seller mondiale su come vivere meglio il rapporto di coppia, ma è diventato un modo breve per indicare la riconosciuta diversità di uomini e donne nel pensare, parlare, esprimere i propri sentimenti, etc.
Tra tutte queste differenze ci sarebbe anche la superiorità degli uomini nel “far di conto” e quella delle donne nel leggere e scrivere. In un articolo apparso nel 2008 sulla prestigiosa rivista Science, quattro italiani (Guiso, Monte, Sapienza e Zingales) si sono interrogati sulle ragioni delle migliori risultati ai test di matematica degli studenti maschi e hanno concluso che  molto dipende dal condizionamento sociale.
La differenza tra maschi e femmine che si riscontra nei test di matematica può infatti avere due  principali spiegazioni: la differenza biologica di come funziona il cervello degli uni e delle altre o il differente contesto socio-culturale in cui i bambini crescono e si formano.
Dal punto di vista biologico è provata la superiorità maschile nei test spaziali e quella femminile nei test linguistici, ma le differenze di genere relative alla matematica sono, a confronto, più piccole. Se però la differenza nel test di matematica tra maschi e femmine viene misurata Paese per Paese, si scopre – in primo luogo – che ci sono Paesi in cui questa differenza è a favore delle studentesse. Detto altrimenti, in alcuni Stati, come ad esempio l’Islanda, le studentesse hanno risultati ai test di matematica superiori di quelli dei colleghi maschi, in altri lo svantaggio delle studentesse è molto piccolo, come succede in Norvegia e Svezia.

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In secondo luogo, se si calcola la differenza tra voto di matematica medio dei maschi con quello medio delle femmine di ciascun Paese e lo si correla con uno (o più) indici che misurano il ruolo della donna nella società, si scopre che la correlazione è positiva e statisticamente significativa. In altre parole, si scopre che se in Turchia le donne avessero lo stesso ruolo nella società che hanno in Svezia, il loro voto medio in matematica potrebbe aumentare di 23 punti, annullando la differenza con i compagni di scuola maschi. E i migliori risultati in matematica delle ragazze, che si verificano nelle società meno diseguali dal punto di vista di genere, non sono a discapito dei loro risultati nelle materie linguistiche, nelle quali hanno sempre risultati migliori.
Gli autori mostrano inoltre che ciò non è solo vero in media, ma anche agli estremi della distribuzione, ossia considerando gli studenti molto bravi e quelli molto scarsi.
Ma che cosa si intende per ruolo della donna nella società? La misurazione di questo fenomeno data dai quattro autori dello studio è piuttosto ricca: si considerano le opportunità che le donne hanno nel mercato del lavoro, nei luoghi di rappresentanza politica, in termini di istruzione, di benessere complessivo che esse stesse dichiarano e, infine, la risposta alla domanda: quando i posti di lavoro scarseggiano, gli uomini hanno diritto a lavorare più di quanto lo abbiano le donne?

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Se si considera che la cultura scientifica e la partecipazione femminile al mercato del lavoro sono due elementi che ben prevedono la crescita economica di un Paese, verrebbe da pensare che siamo finiti nella solita storia dell’uovo e della gallina: cresciamo poco perché studiamo poco matematica e perché non la facciamo studiare bene anche alle nostre bambine, o le nostre bambine studiano poco la matematica perché siamo arretrati? Forse non lo sapremo mai, ma intanto facciamo studiare bene la matematica alle bimbe!
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