Invia per email
Stampa
ROMA -  Un deflusso del genere dall'Italia non si era visto da prima che Mario Draghi, nel luglio del 2012, pronunciasse le sue parole più celebri: "Faremo qualunque cosa per preservare l'euro". Quel giorno il presidente della Bce arrestò e poi invertì la corrente della fuga di capitali da Paesi più in crisi. Ora, per la prima volta da quei giorni, la direzione di marcia si è ribaltata: via dall'Italia, verso l'estero.

Questa non è una replica del film di due o tre anni fa, in cui un'intera porzione d'Europea fu colpita dalla sfiducia. Stavolta, sugli ultimi due mesi, la fuoriuscita di denaro riguarda solo l'Italia. In agosto sono usciti capitali per 30,3 miliardi di euro, mentre la corsa verso l'estero in settembre ha addirittura accelerato con un saldo negativo di 37 miliardi. Era dal periodo drammatico fra la primavera 2011 e la primavera del 2012 che non si assisteva a un'emorragia così sostenuta. 

Per ora la fuga non sembra riguardare i titoli di Stato, ma dal 4 settembre scorso il Ftse-Mib, principale listino della borsa di Milano, ha perso il 9,5%: è una fuga di circa 40 miliardi di euro. Parte di questo denaro sembra essere stato parcheggiato in Germania. Il resto sembra essere finito fuori dall'area euro, contribuendo alla svalutazione della moneta unica. 

L'ARTICOLO INTEGRALE SU REPUBBLICA IN EDICOLA E REPUBBLICA +
© Riproduzione riservata