Profughi: Ma quali 35 euro al giorno...
Martedì l'arrivo di 24 persone
C'è il sindaco, Maura Forte. C’è il direttore dell’Asl, Federico Gallo. Ci sono sua eccellenza il prefetto, Salvatore Malfi e sua eccellenza l’arcivescovo di Vercelli Marco Arnolfo. Ci sono medici, infermieri, volontari della Croce Rossa. E ci sono pure polizia e carabinieri. Che cosa sarà mai successo? Semplicemente, sono arrivati 24 profughi, esseri umani scappati da guerra, fame e povertà: provengono da Nigeria, Mali e Ghana. Che hanno fatto un viaggio della speranza a bordo di una barca arrugginita, pagata però come fosse una nave da crociera extra-lusso. Così vengono allertati i giornali, la televisione locale e viene organizzato un comitato di accoglienza. Una persona potrebbe pensare: «E’ la prima volta che i profughi approdano nel capoluogo». No, non è vero. Martedì è stato il ventinovesimo arrivo nel vercellese da marzo. Da marzo, in provincia, ce ne sono 144. Comunque. Il comitato di accoglienza prevede un vero e proprio "tour": prima si va dalle "maestranze". Che sono le "maestranze"? Il personale dipendente e volontario che si occuperà di loro. Però, in effetti, chiamarle "maestranze" è più cool, lo comprendiamo. Vengono quindi spiegati i passaggi che queste persone dovranno affrontare, come ad esempio a quali test clinici verranno sottoposte. Poi viene detto: «Dodici di loro saranno ospitati al Centro Nuoto, dodici a Sant’Agnese».
Comunque. Scendono dal pullman dell’Atap. Qualcuno dei presenti chiede: «Ma lo disinfettano prima di ridarlo agli studenti?». Perché sono infetti? Macché. «Le loro malattie - spiega Emanuela Pastorelli direttrice sanitaria dell’ospedale - sono il più delle volte legate alla malnutrizione, al fatto che non hanno bevuto per giorni. Non c’è nessun pericolo: è impossibile che abbiano l’ebola, ad esempio». Già, l’ebola: il virus killer sbandierato dal demagogo di turno per motivare il «non li vogliamo, stiano a casa loro». Per fortuna al mondo c’è la scienza e la scienza è stata spiegata dalla dottoressa Pastorelli: «Non è possibile che arrivino simili casi: il virus si manifesta fra i due e i ventuno giorni dal contagio. E’ impossibile, se mai fossero infetti, che possano solo portare a termine il viaggio». Quindi: prima "bugia" smascherata con buona pace della demagogia.
Seconda bugia andata in fumo, durante la chiacchierata fra giornalisti e operatori: «I profughi non percepiscono 35 euro al giorno: i 35 euro al giorno vengono dati alle cooperative vercellesi per accoglierli, dargli da mangiare. E le cooperative - ha fatto notare il sindaco Maura Forte - danno lavoro a nostri concittadini. Al singolo profugo vanno 2,50 euro». La terza "balla" dei demagoghi, ad andare in fumo martedì pomeriggio, è stata: «Gran parte di quei 35 euro arriva dal fondo dell’immigrazione, fondo - ha spiegato la consigliera comunale Aisha - che pagano proprio gli immigrati con le tasse sui permessi di soggiorno, ad esempio». E poi un altro monito: «I profughi non possono lavorare, lo prevede il loro status di rifugiati. Però - ha detto ancora Forte - possono essere impiegati in opere di volontariato». Come sta già succedendo a Palazzolo, ad esempio. «E loro - ha ripreso il sindaco - si stanno rendendo disponibilissimi: c’è già qualcuno che frequenta corsi di italiano pur di integrarsi».
Poi l’Arcivescovo, monsignor Marco Arnolfo, ha lanciato un bellissimo monito rivolto a tutti quelli che si professano "buoni cristiani" e che, magari, la domenica vanno a messa tutti "in ghingheri". (Ma che magari su Facebook, aggiungiamo noi visto quanto leggiamo, scrivono: Dategli fuoco). «L’accoglienza di altri esseri umani è doverosa: e queste persone hanno vissuto esperienze terribili, le loro storie fanno rabbrividire».
A parte il "contorno", si è tratto di una importante chiacchierata chiarificatrice che ci ha permesso di scrivere come stanno realmente le cose.
Matteo Gardelli
2014 - Riproduzione Riservata
Comunque. Scendono dal pullman dell’Atap. Qualcuno dei presenti chiede: «Ma lo disinfettano prima di ridarlo agli studenti?». Perché sono infetti? Macché. «Le loro malattie - spiega Emanuela Pastorelli direttrice sanitaria dell’ospedale - sono il più delle volte legate alla malnutrizione, al fatto che non hanno bevuto per giorni. Non c’è nessun pericolo: è impossibile che abbiano l’ebola, ad esempio». Già, l’ebola: il virus killer sbandierato dal demagogo di turno per motivare il «non li vogliamo, stiano a casa loro». Per fortuna al mondo c’è la scienza e la scienza è stata spiegata dalla dottoressa Pastorelli: «Non è possibile che arrivino simili casi: il virus si manifesta fra i due e i ventuno giorni dal contagio. E’ impossibile, se mai fossero infetti, che possano solo portare a termine il viaggio». Quindi: prima "bugia" smascherata con buona pace della demagogia.
Seconda bugia andata in fumo, durante la chiacchierata fra giornalisti e operatori: «I profughi non percepiscono 35 euro al giorno: i 35 euro al giorno vengono dati alle cooperative vercellesi per accoglierli, dargli da mangiare. E le cooperative - ha fatto notare il sindaco Maura Forte - danno lavoro a nostri concittadini. Al singolo profugo vanno 2,50 euro». La terza "balla" dei demagoghi, ad andare in fumo martedì pomeriggio, è stata: «Gran parte di quei 35 euro arriva dal fondo dell’immigrazione, fondo - ha spiegato la consigliera comunale Aisha - che pagano proprio gli immigrati con le tasse sui permessi di soggiorno, ad esempio». E poi un altro monito: «I profughi non possono lavorare, lo prevede il loro status di rifugiati. Però - ha detto ancora Forte - possono essere impiegati in opere di volontariato». Come sta già succedendo a Palazzolo, ad esempio. «E loro - ha ripreso il sindaco - si stanno rendendo disponibilissimi: c’è già qualcuno che frequenta corsi di italiano pur di integrarsi».
Poi l’Arcivescovo, monsignor Marco Arnolfo, ha lanciato un bellissimo monito rivolto a tutti quelli che si professano "buoni cristiani" e che, magari, la domenica vanno a messa tutti "in ghingheri". (Ma che magari su Facebook, aggiungiamo noi visto quanto leggiamo, scrivono: Dategli fuoco). «L’accoglienza di altri esseri umani è doverosa: e queste persone hanno vissuto esperienze terribili, le loro storie fanno rabbrividire».
A parte il "contorno", si è tratto di una importante chiacchierata chiarificatrice che ci ha permesso di scrivere come stanno realmente le cose.
Matteo Gardelli
2014 - Riproduzione Riservata
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