Angela Merkel e Wolfgang Schaeubl (Afp)Angela Merkel e Wolfgang Schaeubl (Afp)
Il calo era atteso ma in misura minore. L’export tedesco ad agosto ha perso il 5,8% destagionalizzato rispetto al mese precedente e anche le importazioni sono calate dell’1,3 per cento. Gli analisti avevano previsto per le esportazioni una diminuzione del 4 per cento. Un ulteriore segnale che l’attitvità economica in Germania sta frenando. I quattro principali think-tank tedeschi, nel report congiunto semestrale, hanno tagliato le stime di crescita di quest’anno all’1,3% rispetto all’espansione dell’1,9% stimata ad aprile.
Il peggior calo dal gennaio 2009 
Per l’export si tratta della riduzione più consistente dal gennaio 2009, in piena crisi finanziaria, anche se l’istituto di statistica Destatis sottolinea che una delle ragioni del segno meno è determinata da fattori stagionali legati alle vacanze scolastiche in alcuni land. Il surplus commerciale della Germania, dunque, si è attestato a 17,5 miliardi (destagionalizzato) in calo dai 22,2 miliardi di euro del mese di luglio mentre il surplus delle partite correnti ad agosto è sceso a 10,3 miliardi di euro dai 20,1 in luglio, a causa soprattutto di un decremento del settore servizi. Nell’agosto 2013 l’avanzo era di 7,9 miliardi. 
Pressing per un piano di investimenti
La situazione dell’economia tedesca, dopo il taglio delle stime di crescita anche da parte del Fondo monetario internazionale, appare sempre più preoccupante fino a far temere una recessione se il terzo trimestre dovesse segnare un calo del Pil come è avvenuto nel secondo. Per questo gli economisti di Ifo (Monaco), Rwi (Essen), Diw (Berlino) e l’Istituto per la ricerca economica (Halle) invitano il governo di Angela Merkel a stimolare la crescita aumentando gli investimenti in infrastrutture e segnalano l’effetto negativo sull’outlook economico che in Germania avrà l’applicazione del salario minimo. Un provvedimento che stimolerà la domanda interna, peraltro, come ha di recente sottolineato il cancelliere Angela Merkel, quantificando in nove miliardi di euro l’effetto salario minimo.