giovedì 9 ottobre 2014

Perché Casaleggio é un noto democratico che non ha mai accentrato poteri.

“Troppo potere”: Casaleggio licenzia i suoi comunicatori 

Gli eurodeputati M5S avevano lamentato ingerenze

LAPRESSE
Gianroberto Casaleggio, cofondatore del Movimento 5 Stelle

09/10/2014
ROMA
Come un magnete, la data di inizio della tre giorni Cinquestelle al Circo Massimo attrae tutte le tensioni che percorrono il corpo irrequieto del M5S.  
Ieri s’è saputo che l’avventura al parlamento europeo del gruppo della comunicazione scelto, benedetto e inviato dalla Casaleggio Associati a supporto degli onorevoli cittadini è già al capolinea. Ma la storia è vecchia e solo ora, in questo turning point dei destini del Movimento, ha trovato una sua dimensione pubblica. 

Il 12 agosto, dopo neanche tre mesi dal voto per le Europee, i parlamentari avevano chiesto senza mezzi termini a Gianroberto Casaleggio la testa del capo della squadra di comunicatori, Claudio Messora.  

Un gesto tutto politico. Messora, stimato e coccolato dal fondatore del M5S, ha lasciato l’incarico omologo che ricopriva al Senato per volare a Bruxelles. Lì, lamentano gli eurodeputati, ha iniziato a interpretare in modo piuttosto estensivo il ruolo di capo della comunicazione: più capo politico che ufficio stampa. 

Stesse accuse che gli erano state rivolte durante i suoi mesi a palazzo Madama, solo che all’europarlamento Messora si è trovato di fronte un drappello compatto e, per certi versi, più esperto di quello dei senatori M5S.  
Gli eletti a Bruxelles provengono tutti da una lunga militanza sul territorio e, a differenza della pattuglia di parlamentari italiani al suo interno molto eterogenea, si muovono su un fronte unico.  

Casaleggio, che in Messora ha piena fiducia e l’ha sempre considerato l’unico filo diretto affidabile con gli eletti, aveva resistito. Ma le pressioni sono proseguite e sono esplose quando ai parlamentari, che di fatto e di diritto finanziano il gruppo di comunicatori con una quota dei fondi destinati allo staff, si sono impuntati denunciando lo scarso rendimento dei dipendenti scelti per loro da quartier generale di via Morone.  

A chiedere più forte un passo indietro di Messora sono stati Ignazio Corrao e David Borrelli, due che nei loro territori godono di appoggio e voti e ai quali difficilmente i diarchi del Movimento possono dire di no. 

Così, sfiancato dal protrarsi delle tensioni, circa una settimana fa Casaleggio ha deciso per un taglio netto. Dagli uffici di Bruxelles non è ancora arrivata l’ufficialità del licenziamento per i 15 dipendenti del gruppo comunicazione e in un post pubblicato ieri Messora ha difeso il suo operato cercando di allontanare la decisione al termine della tre giorni romana. Al momento infatti i comunicatori proseguono il loro lavoro e hanno inviato a Casaleggio una lettera per chiedere le ragioni del loro allontanamento. Ma la decisione è presa. 

Qualcuno degli assunti, spiegano da Bruxelles, potrebbe anche essere tenuto in squadra, proprio perché il punto non è di merito ma di metodo: all’Europarlamento non c’è spazio per una presenza che fin dall’inizio è stata vissuta come un’imposizione. Gli onorevoli cittadini inviati in Europa sentono di non averne bisogno. 

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