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Insulti alla Kyenge, la Boldrini:
"Offese indegne di un Paese civile"
Il presidente della Camera reagisce agli attacchi al neoministro all'Integrazione da parte di alcuni esponenti leghisti e sui siti della galassia di estrema destra, come denunciato da Repubblica: "Non confondere la libertà di parola con il sistematico incitamento all'odio"
E' UN MESSAGGIO che tuona come un monito, quello di Laura Boldrini che ha scritto per solidarietà al neoministro per l'integrazione Cècile Kyenge, contro la cui nomina si sono scatenate offese "indegne" e "volgarità razziste", come denunciato da Repubblica: "E' indegna - scrive la presidente della Camera in un messaggio al ministro - di un Paese civile la serie di insulti che, soprattutto da alcuni siti in rete, ma non solo, si sta rovesciando sulla neoministra Cècile Kyenge. Come molti e molte, nel vederla giurare al Quirinale ho avvertito anche io che l'Italia stava facendo un passo avanti importante non solo per i 'nuovi italiani', ma per tutti noi, perchè capiamo finalmente quanto ricco, contemporaneo e antico al tempo stesso, sia l'incontro tra le culture. Questo percorso può non piacere a tutti. Però non è in alcun modo tollerabile la volgarità razzista mirata contro una persona per il colore della pelle".
Boldrini prosegue: "La libertà di espressione non c'entra: in alcuni siti si pratica un sistematico incitamento all'odio razziale, che resta un reato anche se espresso via web. E molto gravi sono anche le parole usate da qualche esponente politico, che vanno ben oltre il legittimo dissenso sulle iniziative che Cècile Kyenge intende promuovere".
La presidente si riferisce alle dichiarazioni del leghista Borghezio, che aveva detto "lei è una bonga bonga", nominarla "una scelta del c....". Ma sui siti dell'estrema destra c'è chi parla di "zulù", di "negra" e chi ricorda "faccetta nera" con nostalgia.
"Ritengo inaccettabile - conclude la Boldrini - che queste bassezze possano, anche grazie alla compiacenza di una parte dell'informazione, entrare nel circuito della discussione politica senza suscitare l'esecrazione che meritano. Ci tengo peraltro a ricordare che la riforma della legge sulla cittadinanza è cara non solo alla neoministra. Con molti di noi, da tempo e in prima fila, la sollecita il Presidente della Repubblica Napolitano. Buon lavoro, Cècile".
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