POLITICA IN RETE
Boldrini: «Io aggredita perché sono donna»
Il presidente della Camera: «Minacce di morte. Serve una legge per il web». Aperta un'inchiesta.
Minacce di morte, stupro e tortura.
Con allegate foto di violenze a sfondo sessuale. È questo il contenuto di molti messaggi ricevuti dal presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha denunciato la crescente campagna d'odio sulla Rete in un'intervista a Repubblica.
«Io non ho paura e non voglio scorte, ma è tempo di fare una legge contro l'anarchia del web», ha detto Boldrini, secondo cui ci sono temi di cui bisogna parlare a viso aperto: «Il primo è che quando una donna riveste incarichi pubblici si scatena contro di lei l'aggressione sessista: che sia apparentemente innocua, semplice gossip, o violenta, assume sempre la forma di minaccia sessuale, usa un lessico che parla di umiliazioni e di sottomissioni. E questa davvero è una questione grande, diffusa, collettiva. Non bisogna più aver paura di dire che è una cultura sotterranea in qualche forma condivisa».
«SERVE UN'AZIONE ISTITUZIONALE». In Italia questa «è un'emergenza» perché «le donne muoiono per mano degli uomini ogni giorno, ed è in fondo considerata sempre una fatalità, un incidente, un raptus. Se questo accade è anche perché chi poteva farlo non ha mai sollevato con vigore il tema al livello più alto, quello istituzionale. Dunque facciamolo, finalmente».
MESSAGGI DI SOTTOMISSIONI E VIOLENZE. La campagna contro Boldrini si è impennata all'indomani della sua visita alla comunità ebraica il 12 aprile. In quell'occasione ha parlato della necessità di ripristinare il rigore della legge Mancino a proposito dell'incitamento al razzismo e all'odio razziale online.
Sul tavolo del presidente della Camera, ci sono messaggi in cui uomini con nome e cognome scrivono frasi come «ti devono linciare, puttana» o «ti ammanetto e ti chiudo in una stanza buia, ti uso come orinatoio, morirai affogata» o ancora «gli immigrati mettiteli nel letto, troia».
Con essi alcune immagini di donne violentate o sgozzate, alcuni fotomontaggi con la faccia della Boldrini.
«BATTAGLIA CULTURALE SUL WEB». Su internet, per l'ex portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, si sta diffondendo una cultura della minaccia tollerata come burla. Anche se la questione della libertà d'espressione in Rete è delicatissima, a suo parere c'è bisogno di «fare una battaglia culturale alle aggressioni alle donne a sfondo sessuale. Pensando alla Rete come luogo reale dove persone reali spendono parole reali. E prendendo decisioni efficaci, senza paura dei tabù. La politica deve essere coraggiosa», ha concluso, «deve agire».
Con allegate foto di violenze a sfondo sessuale. È questo il contenuto di molti messaggi ricevuti dal presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha denunciato la crescente campagna d'odio sulla Rete in un'intervista a Repubblica.
«Io non ho paura e non voglio scorte, ma è tempo di fare una legge contro l'anarchia del web», ha detto Boldrini, secondo cui ci sono temi di cui bisogna parlare a viso aperto: «Il primo è che quando una donna riveste incarichi pubblici si scatena contro di lei l'aggressione sessista: che sia apparentemente innocua, semplice gossip, o violenta, assume sempre la forma di minaccia sessuale, usa un lessico che parla di umiliazioni e di sottomissioni. E questa davvero è una questione grande, diffusa, collettiva. Non bisogna più aver paura di dire che è una cultura sotterranea in qualche forma condivisa».
«SERVE UN'AZIONE ISTITUZIONALE». In Italia questa «è un'emergenza» perché «le donne muoiono per mano degli uomini ogni giorno, ed è in fondo considerata sempre una fatalità, un incidente, un raptus. Se questo accade è anche perché chi poteva farlo non ha mai sollevato con vigore il tema al livello più alto, quello istituzionale. Dunque facciamolo, finalmente».
MESSAGGI DI SOTTOMISSIONI E VIOLENZE. La campagna contro Boldrini si è impennata all'indomani della sua visita alla comunità ebraica il 12 aprile. In quell'occasione ha parlato della necessità di ripristinare il rigore della legge Mancino a proposito dell'incitamento al razzismo e all'odio razziale online.
Sul tavolo del presidente della Camera, ci sono messaggi in cui uomini con nome e cognome scrivono frasi come «ti devono linciare, puttana» o «ti ammanetto e ti chiudo in una stanza buia, ti uso come orinatoio, morirai affogata» o ancora «gli immigrati mettiteli nel letto, troia».
Con essi alcune immagini di donne violentate o sgozzate, alcuni fotomontaggi con la faccia della Boldrini.
«BATTAGLIA CULTURALE SUL WEB». Su internet, per l'ex portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, si sta diffondendo una cultura della minaccia tollerata come burla. Anche se la questione della libertà d'espressione in Rete è delicatissima, a suo parere c'è bisogno di «fare una battaglia culturale alle aggressioni alle donne a sfondo sessuale. Pensando alla Rete come luogo reale dove persone reali spendono parole reali. E prendendo decisioni efficaci, senza paura dei tabù. La politica deve essere coraggiosa», ha concluso, «deve agire».
Venerdì, 03 Maggio 2013
1 commento:
Lo chiamavano Rodotà il grillino.
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