Non si accennano a placare le polemiche intorno al caso delle mail hackerate di alcuni parlamentari del Movimento 5 stelle. Ieri una nuova puntata. Mentre il sito dei fantomatici hacker del Pd è rimasto in silenzio - contrariamente a quanto annunciato sette giorni fa - è su par-anoia.net che sono stati rilasciati i contenuti di altre tre caselle. Una settimana fa era toccato a Giulia Sarti, questa volta è stato il turno diStefano VignaroliMassimiliano Bernini e Tancredi Turco.
Così stamattina, mentre la capogruppo alla Camera Roberta Lombardi si è recata a colloquio con gli inquirenti che stanno seguendo il caso, alcuni parlamentari stellati sono andati a chiedere udienza al Garante per la privacy. Una serie di incontri dei quali Lombardi ha dato conto ai giornalisti nel pomeriggio: “Oggi siamo andati in Procura - ha spiega - abbiamo messo in ordine i fatti ed evidenziato al procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo quello che è successo. Dopo 8 ore, però, non abbiamo notizie sull'attività della magistratura né della Polizia postale: non sappiamo nulla di cosa stanno facendo per tutelare in primis questi 30 cittadini a cui sono state violate le caselle di posta elettronica e poi un gruppo politico che evidentemente sta dando fastidio a molti".
L’esponente grillina ha parlato di “attacco a tutto campo” nei confronti dei parlamentari 5 stelle, e ha denunciato: “Abbiamo la sensazione di essere abbandonati in questo momento di grossa pressione psicologica nei nostri confronti. Nessuno nelle istituzioni ha tutelato queste persone, o se l'ha fatto non ce l'ha comunicato”. Ha rincarato la dose Sarti, la prima vittima dell’attacco: “Abbiamo riscontrato una totale indifferenza e silenzio da parte della maggioranza delle forze o politiche e delle istituzioni”.
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I Cinque Stelle vittime degli hacker
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Ansa
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La deputata romagnola ha citato i messaggi di solidarietà di Giorgio Napolitano, dei presidenti delle Camere e dell’Ordine dei giornalisti, ma ha aggiunto che “il clima respirato in queste settimana è stato davvero pesante. Ci siamo sentiti soli e le altre forze politiche non si sono minimamente degnate di portare a luce di denunciare all'attenzione dei media quanto stava accadendo”. "Se fosse successo ad altri - ha attaccato - altro che golpe. Non ci sarebbe stata questa mancanza di attenzione così eclatante”.
Sarti ha spiegato come intenderanno procedere: “Solo questa mattina mi sono vista con il garante della privacy. Oltre alla diffida alla pubblicazione chiederemo che le testate giornalistiche che ne sono in possesso lo cancellino. Non esiste al mondo che i giornalisti detengano materiale su parlamentari che non sia rilevante dal punto di vista politico. Il Garante si è detto disponibile a valutare le nostre richieste. L’8 maggio si riunirà il Collegio e vedremo cosa deciderà”.
Il prossimo ad essere colpito dovrebbe essere Alessandro Di Battista: “I sedicenti hacker possono pubblicare quello che vogliono - ha detto il deputato di Roma - a me non me ne po’ fregà de meno”. Di Battista ha invitato a riflettere: “Pensate se avessero violato le mail di Renato Brunetta cosa avrebbe scritto Libero”. Se il garante o la Polizia postale non interverranno prima, sono una trentina le caselle mail violate che verranno messe a disposizione degli internauti. La prossima giovedì 9 maggio.