La procura di Milano verso il sequestro
dello yacht di Riccardo Bossi in Tunisia
Sono stati avviati contatti tra investigatori italiani e tunisini per una rogatoria internazionale: perquisizioni della GdF
L'imbarcazione di Bossi jr a Port El Kantaoui
La procura di Milano si sta muovendo per bloccare lo yacht di Riccardo Bossi, che come scoperto dal Corriere della Sera si trova ormeggiato a Port El Kantaoui, in Tunisia. Secondo le indagini, la lussuosa imbarcazione, del valore di 2,5 mln di euro, sarebbe stata acquistata attraverso un'appropriazione indebita dell'ex tesoriere della Lega, Francesco Belsito. Sono stati avviati contatti tra investigatori italiani e tunisini per una rogatoria internazionale, senza la quale non è possibile procedere a un'eventuale sequestro. In mattinata, la Gdf aveva anche ascoltato come teste Giuseppe Guastella, il cronista del Corriere della Sera che ha individuato lo yacht in Tunisia, e hanno acquisito alcuni documenti relativi all'imbarcazione da lui rintracciati. E in serata le Fiamma Gialle hanno effettuato delle perquisizioni nella casa milanese di Riccardo Bossi a caccia di documenti relativi allo yacht.
SEQUESTRO - Lo yacht risulta intestato al pilota di rally Stefano Alessandri. Riccardo Bossi, primogenito del fondatore della Lega Umberto, lo «avrebbe acquistato avvalendosi di un prestanome e grazie a un'appropriazione indebita» dell'ex tesoriere del Carroccio. L'intenzione del procuratore aggiunto Alfredo Robledo, che coordina l'inchiesta, è quella di sequestrare lo yacht «Stella», che sarebbe stato pagato coi soldi sottratti ai finanziamenti elettorali della Lega Nord e che il gip di Milano Gianfranco Criscione pone al centro degli ultimi affari di Belsito.
Lo yacht di Bossi jr in Tunisia
di G. Guastella
di G. Guastella
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