Governo Letta: il Movimento Cinque stelle si divide tra le colombe, favorevoli al premier, e i falchi che vogliono un'opposizione intransigente
Pietro Salvatori, L'Huffington Post | Pubblicato: 29/04/2013 18:47 CEST | Aggiornato: 29/04/2013 19:02 CEST
“Se Enrico Letta farà tutto quello che ha promesso oggi, il Movimento 5 stelle non ha più motivo di esistere, avrebbe esaurito la sua funzione nella società”. Le parole di Alessio Tacconi, deputato stellato, offrono il quadro di come in molti tra i parlamentari grillini hanno accolto le parole del premier oggi alla Camera.
La pattuglia di Beppe Grillo ha accolto con unanime compostezza il discorso che si è levato dai banchi del governo. Braccia conserte, qualche applauso nei passaggi che hanno richiamato i carabinieri feriti ieri.
Solo Walter Rizzetto, parlamentare friulano, si è alzato (pur senza battere le mani) per omaggiare la conclusione della prolusione. Di contro, molto limitati i segnali di intolleranza, circoscritti all’urlo di Christian Iannuzzi - “Abolite il finanziamento ai partiti” – che ha anticipato di poco il passaggio del premier proprio sul tema dei soldi pubblici alla politica.
Di Letta ai parlamentari stellati sono piaciuti anche i passaggi sull’abolizione delle provincie, sulla centralità del mondo del lavoro, sullo sviluppo sostenibile e qualche applauso se l’è conquistato anche il nuovo ministro all’integrazione Cecile Kyenge. “Belle parole”, concordano tra loro nei capannelli formati nel cortile di Montecitorio in una pausa dei lavori d’Aula. “Ma rimarranno solo tali”.
Un apprezzamento sulla necessità di rivedere l’Imu e gli ammortizzatori sociali a partire dalla Cassa integrazione straordinaria arriva da Giorgio Sorial: “Interventi positivi, che preludono ad una manovra economica in tempi brevi. La domanda che porremo al governo è su come intenderà dare copertura alle sue promesse”.
La sintesi la offre Stefano Vignaroli: “È apprezzabile il ‘cosa’ vuole fare il governo. Il problema reale è ‘come’ lo farà. Il timore è che si tratti solamente di belle parole, ma aspettiamo di vedere cosa succederà”.
Non manca di farsi sentire l’ala più ortodossa del Movimento, che spinge sull’acceleratore di un’opposizione senza se e senza ma. La palesa Andrea Colletti nel dibattito generale: “Siete una mano di vernice su un muro rovinato dalla muffa – tuona dai banchi dell’opposizione – un governo che odora di comitati d’affari, il governo della trattativa stato-mafia, del bavaglio alla magistratura, del salvacondotto a Silvio Berlusconi”. Parole che scatenano la bagarre in aula (Rosati del Pd e Saltamartini del Pdl richiamano la presidenza a far rispettare il tema del dibattito, proprio in un momento in cui sullo scranno più alto è seduto il grillino Luigi Di Maio, per la prima volta in difficoltà a gestire l’aula), ma che sono un indicatore di come una buona parte dei grillini sia attestato su posizioni assai dure. Mirella Liuzzi difende il collega: “Non può esprimere le proprie opinioni perché viene attaccato e zittito”. “Il parlamento non è abituato alla verità, vivono nel mondo delle favole, delle menzogne”, le fa eco Gianluca Vacca.
Tutto previsto pochi minuti prima da un deputato: “Ho letto prima certi interventi dei nostri che non si possono sentire, spero che li cambino”. “Perché – continua – io con questi ci voglio parlare, voglio che le proposte che farò passino. A che serve il muro contro muro?”. Le prossime settimane, se non i prossimi mesi, del Movimento 5 stelle stanno tutti qui. Fino a quando il divario fra ortodossi e dialoganti non arriverà al punto di rottura.