Paolo Becchi giustifica e chiama “i fucili”. Parla per Beppe Grillo?
Pubblicato il 2 maggio 2013 17.24 | Ultimo aggiornamento: 2 maggio 2013 17.24
ROMA – Paolo Becchi giustifica e chiama “i fucili”. “Se qualcuno tra qualche mese prende i fucili non lamentiamoci, abbiamo messo un altro banchiere all’economia”, dice nello specifico. Dice ma anche ripete, perchè solo 3 giorni fa diceva “la pulizia si fa e va fatta anche con le armi”. Becchi come noto non è il primo ad evocare fantomatici e probabilmente inventati“fucili” e “doppiette”. Qualche tempo fa Umberto Bossi parlava delle tre mila “doppiette bergamasche” pronte a sparare. Frase e immagine divenuta poi un intercalare, una minaccia figurata ovviamente.
Probabilmente i “fucili” di Becchi sono della stessa natura, di latta e carta e non di sostanza e ferraglia. C’è però un ma. C’è un certo Luigi Preiti che ha sparato sul collo a un carabiniere e Becchi queste cose, questi “fucili”, le dice e le tira fuori dopo che il Web e alcuni M5S non hanno di certo giustificato, ma “compreso” le ragioni che hanno portato o portano al “prteitismo”.
Dichiarazioni ovviamente shock quelle di Becchi, che ha anche lanciato una pesante provocazione a proposito della sparatoria di domenica scorsa davanti a Palazzo Chigi: “Questo ‘attentato’ è stato utile ad un certo tipo di azione politica: dare al governo Letta una maggioranza solida. E cercando di far passare per scontata anche la ricomposizione, almeno sulla carta, del Pd”. Becchi, inoltre, esclude che il Movimento 5 Stelle abbia fomentato un clima di odio nel paese. “Il M5S non ha nulla a che fare con la violenza. Mira a cambiare e a rivoluzionare il Paese, questo è vero, ma mediante gli strumenti che la democrazia mette a disposizione”.
Allora si pone un problema. Non se Becchi abbia o meno i fucili a casa o se istighi o meno alla violenza armata, si pone un problema politico. Chi è Becchi? Per chi parla? Ideologo molto vicino a M5S oppure no?Parla per il teatrino della comunicazione o per il Movimento di Beppe Grillo? Ai lettori l’ardua risposta. Ma ipotizziamo un 75% per il teatrino della comunicazione e un 25% per M5S. Alla fine è un po’ lo stesso rapporto che c’è tra Mario Borghezio e la Lega di Roberto Maroni o Umberto Bossi.
1 commento:
Ma chi lo ha mai conosciuto Becchi nel mondo accademico mondiale?
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