sabato 6 aprile 2013

La diretta streaming vale solo quando si applica agli altri. Quando devono discutere loro c'è il segreto di stato. Ma pensate che siamo proprio dei fessi?


Grillo, e la fine della luna di miele - "Quelli che lo streaming" cercano di nascondersi come carbonari

    grillo

    Grillo e la rete: luna di miele già finita?

    L’esito delle elezioni politiche ha generato un clima di grande incertezza dovuto al sostanziale pareggio tra le tre maggiori coalizioni, guidate da Bersani, Berlusconi e Grillo. A 40 giorni di distanza dalla chiusura delle urne com’è cambiato il sentiment della rete nei confronti di questi tre leader? Per verificarlo abbiamo misurato la popolarità di ciascuno di essi in tre diversi momenti successivi al voto, confrontandola con i valori registrati in precedenza. In ciascuna delle analisi, i tweet analizzati sono stati circa 200 mila. Bersani esce dalle urne in chiara difficoltà. La sua popolarità, che aveva toccato livelli molto elevati alla vigilia delle elezioni (48,5%) crolla bruscamente di oltre 20 punti in pochi giorni e continua a calare anche a causa del fallito tentativo di formare un governo, attestandosi oggi al 23,4%. Più stabile sembra invece il gradimento nei confronti del leader del centrodestra, Berlusconi, che si mantiene intorno al 30% registrando però una flessione negli ultimi giorni (23,7%).
    Il dato più interessante riguarda però il sentiment nei confronti di Grillo. Il leader del Movimento 5 Stelle poteva ritenersi, a torto o a ragione, come l’unico vero vincitore delle elezioni. In effetti, nei primi giorni immediatamente successivi al voto la popolarità del comico genovese registra una impennata e arriva a sfiorare il 70% di commenti positivi. Secondo molti analisti questo dato sarebbe da interpretare come una classica “luna di miele” tra gli elettori ed il candidato uscito vincente dalla tornata elettorale. Ma per Grillo la luna di miele, almeno in rete, sembra essere durata davvero poco.
    Da marzo in avanti la sua popolarità fa infatti segnare un trend decisamente negativo, scendendo in un solo mese di quasi 40 punti e attestandosi oggi al 31,4%. Le ragioni di questo calo possono essere molteplici. L’ostinazione, ad esempio, con cui il leader grillino ha rifiutato ogni apertura al dialogo con Bersani per accordare le fiducia ad un governo a guida PD che tenesse in considerazione alcune delle istanze programmatiche sostenute dal Movimento, oppure la scarsa trasparenza di alcune scelte fatte dai deputati del M5S. Ma questo calo di popolarità potrebbe essere dovuto anche a ragioni tutto sommato più fisiologiche: diventando, proprio a causa dell’eccellente risultato elettorale, un protagonista del gioco politico nazionale, il leader del M5S ha finito inevitabilmente per perdere la sua aura di “superiorità morale” che gli derivava dal suo essere fuori dai giochi della politica. E così oggi Grillo viene percepito sempre più dai cittadini nella nuove veste di politico, e quindi soggetto, esattamnte come tutti gli altri “politici”, a critiche e invettive. Queste utlime non necessariamente si tradurranno in un calo di voti, ma meritano la giusta attenzione, necessaria per interpretare gli scenari futuri.

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