martedì 2 aprile 2013

Adesso anche Le Pen trova simpatico Grillo.


Grillo: "M5S aspetta risposta su incarico".
Ma l'assemblea dei parlamentari si divide

Il leader sul blog smentisce Crimi e mette i "puntini sulle i" sulla crisi di governo: "Nessuna fiducia, Bersani è come Monti, solo noi facciamo politica". In serata deputati e senatori decidono a maggioranza di non fare nomi per palazzo Chigi, e una esce in lacrime. Dalla Francia il plauso dell'estrema destra in nome dell'euroscetticismo
 

ROMA - Dal Movimento 5 Stelle non arriverà nessuna fiducia o "pseudo fiducia" ad un governo politico o "pseudo tecnico (in sostanza di foglie di fico votate dai partiti)". Quanto a Bersani, "non è meglio di Monti, è semplicemente uguale a Monti, di cui ha sostenuto la politica da motofalciatrice dell'economia". E ancora: "mentre gli altri giocano alle belle statuine, il M5S sta facendo politica, ha chiesto un incarico di governo e sta ancora aspettando una risposta". Il Grillo-pensiero arriva anche oggi puntuale via blog, ribadendo la bocciatura del segretario del Pd e smentendo le parole del capogruppo al Senato, Vito Crimi.

Tensione in assemblea
. In serata, poi, nuove divergenze all'interno del M5S: i deputati e senatori grillini hanno detto no alla presentazione di una rosa di nomi da proporre per un eventuale governo "a Cinque stelle". La linea è stata decisa a maggioranza nel corso di un'assemblea plenaria dei parlamentari 5 Stelle a Montecitorio, ma non sono mancate opinioni divergenti e il clima è stato particolarmente teso, come ha dimostrato il fatto che una giovane deputata bolognese sia uscita dalla sala in lacrime.
 
Grillo mette i puntini. In un post dal titolo "i puntini sulle i", il leader dei Cinque stelle ribadisce con chiarezza la sua posizione: "Bersani, dice, non è meglio di Monti, è uguale a Monti di cui ha sostenuto la politica da motofalciatrice dell'economia", scrive.

L'apertura di Crimi. Un cambio di rotta rispetto all'opinione espressa da Crimi, che sul suo blog aveva aperto al segretario del Pd: "Forse poteva essere intrapresa una strada mai percorsa prima, e cioè di affidare il governo a Bersani che con i suoi ministri poteva presentarsi al Parlamento e qualora non avesse ricevuto la fiducia poteva continuare, alla stregua dell'attuale governo Monti, senza la fiducia ma solo per gli affari ordinari". "Almeno - proseguiva - sarebbe stato rappresentativo di una maggioranza relativa e non di una strettissima minoranza come il governo Monti in regime di prorogatio". 

Posizione ferma. Giudizio non condiviso da Grillo, che ribadisce la sua linea: "Il Parlamento è sovrano e da subito, con un tratto di penna, può eliminare il Porcellum e avviare le riforme di cui i partiti si riempiono la bocca (solo quella) da vent'anni come la legge sul conflitto di interessi o la legge anticorruzione". "Il M5S", scrive ancora il leader, "pretende che le Commissioni parlamentari vengano immediatamente istituite e chi non le vuole per mantenere lo status quo esca allo scoperto", ribadendo quanto chiedono da giorni i gruppi parlamentari del movimento. Abbiamo "rinunciato a 42 milioni di euro di finanziamenti elettorali, i partiti possono subito fare lo stesso con una semplice lettera di rinuncia", dice ancora, sottolineando come i grillini propongano l'abolizione dell'Irap entro il 2013 con corrispondenti tagli dei costi della politica, "rapportandoli a quelli della Francia".

Commissioni parlamentari. Anche Sel è d'accordo con i grillini a far partire le commissioni permanenti, per permettere al Parlamento di cominciare a lavorare. Una possibilità che registra però la contrarieretà del Pdl e i dubbi del Pd. "No a balzi in avanti - dice anche Simone Baldelli per il Pdl - le commissioni parlamentari si devono formare una volta che si sia formato il governo", mentre per Gianclaudio Bressa, a nome dei democratici, sono necessari approfondimenti. La questione, come annunciato dal presidente della Camera Laura Boldrini, verrà affrontata nella riunione dei capigruppo convocata per domani.

Dal M5S a far sentire la sua voce è oggi anche Claudio Messora. Dal suo blog il reponsabile della comunicazione dei senatori attacca la lentezza del Parlamento nell'insediare le commissioni. "Con le commissioni regolarmente costituite - scrive - il Parlamento è pienamente operativo, e dunque le formazioni politiche possono presentare la loro proposta legislativa. Che so… una legge contro la corruzione, piuttosto che l’abbattimento degli stipendi dei parlamentari, o magari una nuova legge elettorale: tutte quelle cose sulle quali i partiti hanno dichiarato di voler convergere dopo avere sbattuto contro i risultati della tornata elettorale. Ma le parole (come dicono in centro Italia) se le porta il vento. I fatti sono che un Parlamento così, con 163 cittadini calati nelle istituzioni dal nulla, fa paura. Meglio neutralizzarlo. Ma come? Semplice: basta non far partire le commissioni regolari".

Il consenso francese. 
Intanto, il movimento di Grillo riscuote consensi presso l'estrema destra francese. "Se Grillo vuole incontrarmi può chiedermelo. Dobbiamo prendere coscienza che le forze euroscettiche che vogliono il cambiamento (sull'Europa, ndr) devono incontrarsi", ha detto la leader del Fronte nazionale Marine Le Pen nel corso di una conferenza stampa a Parigi. Apertura che si è quindi trasformata in un vero e proprio endorsement. "Penso che non si possono risolvere le cose con quelli che le hanno create", ha aggiunto Marine Le Pen rispondendo a chi le chiedeva se fosse d'accordo con la posizione di Grillo di non coalizzarsi con nessun partito. 

"Ora anche Silvio Berlusconi ha cambiato la sua posizione molto filo europeista, che era simile a quella di Sarkozy. Anche se magari lo ha fatto con malizia...", ha aggiunto la leader dell'estrema destra francese, precisando che "ora in Italia gli euroscettici sono maggioranza".

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