giovedì 4 aprile 2013

Aumenta il dissenso dentro il M5S. Forse qualcuno non vuole morire servo. D'altronde dopo venti anni di servitù nei confronti di Berlusconi e i suoi soci nazionali e locali gli italiani non potevano proprio piegarsi di più.


Grillo incontra i suoi onorevoli. I dissidenti: "Confronto col Pd"

Giovedì, 4 aprile 2013 - 14:18:00
Beppe Grillo triste
Il timore è quello delle fughe. Per bloccarle domani Beppe Grillo incontrerà i parlamentari del Movimento 5 Stelle. Un confronto che, secondo le indiscrezioni potrebbe tenersi fuori Roma, forse in Abruzzo. La località è top secret anche per tenere a distanza la stampa.  Si era parlato dell'Abruzzo anche perchè, domani sera, una delegazione grillina parteciperà alla fiaccolata a L'Aquila per l'anniversario del terremoto del 6 aprile 2009. La riunione dei 5 stelle segue i malumori nati nel gruppo grillino in Parlamento. Tensione che nasce all'interno di quella parte del Movimento che vorrebbe far partire un dialogo con gli altri partiti, in particolare il Pd. Ipotesi su cui Grillo e gli 'integralisti' del Movimento sono assolutamente contrari. Sul suo blog il leader ha scritto: "Chi voleva accordi con Il Pd non doveva votarci".

Un punto che potrebbe spaccare i grillini visto che si parla di una trentina di 'dissidenti', fra questi una dozzina al Senato. Almeno 30 parlamentari avrebbero voluto fornire i nomi di un candidato al Quirinale, e ci sarebbe una quota pronta a votare un esecutivo non a 5 Stelle. Fra i più agguerriti  c'è il deputato Tommaso Currò pronto a "un confronto con il Pd".

"Non credo che siamo pronti per governare da soli, bisogna avere la forza di riconoscerlo", afferma Currò, intervistato dal quotidiano La Stampa. "Col Pd la sensibilità è comune su molti temi. Penso agli immigrati, all'ambiente, ai diritti civili", mentre "purtroppo in questo Paese la destra non ha un respiro europeo".  E attacca il partito sulla questione del dibattito all'interno del M5S. "Noi parlamentari non siamo automi, e nemmeno bambini. Nessuno ci può svuotare della nostra personalità politica, diversamente diventiamo schiavi di un manovratore", e "se andiamo avanti così questo dubbio si cristallizzerà. Con Grillo e soprattutto con Casaleggio. Io non sono uno schiaccia bottoni per conto terzi", puntualizza Currò. "I nostri elettori - prosegue - non sono diversi dai venti milioni di uomini e donne che hanno votato Pd o Pdl. E se non usi il buonsenso poi finisci per non stringere la mano alla Bindi. Una reazione distruttiva". Currò spiega  di "rifiutarsi" di andare a incontrare Grillo. "E' surreale che 163 persone si muovano per andare incontro a una sola. Venga lui da noi, qui in Parlamento. Saremo felici di confrontarci".

Fra 'i dissidenti' non ci sarebbero solo grillini del Sud, siciliani e campani, e nelle ultime oresi sarebbero aggiunti parlamentari eletti in Emilia Romagna. Nel movimento 5 Stelle non c'è solo l'ala dei frondisti, pronti a dare la fiducia al Pd. Da affrontare durante la riunione, raccontano alcuni parlamentari 'scontenti', la posizione di coloro che si dicono "stanchi" dei metodi "dittatoriali" di Grillo e del guru Gian Roberto Casaleggio. Dalle riunioni convocate sempre all'ultimo minuto e in luoghi "lontani dalla sede di lavoro", con relative spese a carico di deputati e senatori su cui pesa il taglio degli stipendi fino ai dictat diramati via internet senza tenere conto del parere degli altri esponenti del partito. Un fronte che ha fatto sentire la sua voce e nei 5 Stelle ha chiesto che che l'incontro, voluto fortemente  da Grillo, si tenesse a Roma e di venerdì. In poche parole sul luogo di lavoro  e durante la settimana parlamentare.
 

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