Grillo non capisce la differenza tra i clic e le code ai seggi
Le code ai seggi forse hanno infastidito il comico genovese, che ha deciso di attaccare dal suo blog le primarie del Pd
I dati sull’affluenza alle primarie del Partito democratico dimostrano la voglia di partecipare degli elettori dem. La consultazione, nonostante le polemiche e la data, il giorno prima della Festa dei lavoratori, dimostra ancora una volta la bontà del sistema che il Pd si è dato per eleggere il proprio segretario.
Naturalmente questo successo è andato di traverso a Beppe Grillo, che una volta viste le foto con le code ai seggi, e soprattutto i numeri, ha deciso di inforcare la tastiera e di dedicare un post – questa volta è suo – alle primarie Pd. Nella sua invettiva definisce il voto online più efficiente e ai dirigenti Pd che esaltano le code e i seggi dice che hanno “la stessa lungimiranza di quelli che si opponevano ai treni e alle automobili perché riuscivano a pensare solo a cavalli più veloci”.
Si sa, secondo Grillo il futuro è il voto elettronico, forse su questo punto non ha del tutto torto. Ma la cosa che il leader grillino non capisce è la valenza delle file ai seggi per votare. E’ vero, non è una questione di clic o di croci su una scheda, ma la voglia di partecipazione, nonostante la piattaforma Rousseau – gestita da una società privata la Casaleggio Associati – è sempre più bassa nel M5s.
Basta vedere le percentuali di votanti ai referendum proposti, o alle primarie per designare i candidati sindaco, per capire come la partecipazione non sia fondamentale nel Movimento. D’altra parte il caso Genova insegna che le votazioni vanno bene finché il risultato piace a Grillo, nel caso opposto si cancellano.
Ora le tifoserie si divideranno, tra i sostenitori del voto online e quelli delle file ai seggi, ma entrambi sbagliano l’obiettivo. Entrambi i sistemi di voto hanno i loro punti di forza e i loro punti deboli, la differenza è che un sistema, quello dei seggi, è testato e difficilmente alterabile – anche se ci sono stati casi negativi e ce ne saranno – mentre il voto online ha bisogno ancora di essere messo a punto (motivo per cui non è utilizzato in gran parte del mondo) e non garantisce ancora la trasparenza.
Il vero punto però è la voglia di partecipare, e anche quest’oggi, come spesso accade, gli elettori del Partito democratico hanno dimostrato tanta voglia di partecipazione. Quindi nonostante le polemiche di Grillo, oggi per il Partito democratico, e per il Paese è una grande giornata di democrazia. La domanda è quando ci sarà una giornata simile (anche virtuale) nel M5s, che nonostante sia la prima/seconda forza politica italiana decide i propri candidati con pochi click, e il punto non sono i click, ma i pochi.
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