lunedì 1 maggio 2017

Un articolo da leggere fino alla fine. Avevo scritto che Grillo, come lo definisce Sartori, è un vero somaro. Non ci arriva proprio. Non comprende che la differenza tra una votazione vera, seria, controllata, trasparente e reale ed una votazione virtuale falsata, non controllata, non trasparente, senza anonimato, non sono diverse solo tecnicamente ma sono politicamente diverse. Non un fatto tecnico, somaro, ma un fatto sostanziale. Non di forma ma di sostanza politica. Non ci arrivano proprio. Sono decerebrati.

Grillo non capisce la differenza tra i clic e le code ai seggi

Primarie Pd
Beppe Grillo durante lo spettacolo "Grillo vs Grillo" al Teatro Colosseo di Torino, 28 Marzo 2017.
ANSA/ALESSANDRO DI MARCO
Le code ai seggi forse hanno infastidito il comico genovese, che ha deciso di attaccare dal suo blog le primarie del Pd
 
dati sull’affluenza alle primarie del Partito democratico dimostrano la voglia di partecipare degli elettori dem. La consultazione, nonostante le polemiche e la data, il giorno prima della Festa dei lavoratori, dimostra ancora una volta la bontà del sistema che il Pd si è dato per eleggere il proprio segretario.
Naturalmente questo successo è andato di traverso a Beppe Grillo, che una volta viste le foto con le code ai seggi, e soprattutto i numeri, ha deciso di inforcare la tastiera e di dedicare un post – questa volta è suo – alle primarie Pd. Nella sua invettiva definisce il voto online più efficiente e ai dirigenti Pd che esaltano le code e i seggi dice che hanno “la stessa lungimiranza di quelli che si opponevano ai treni e alle automobili perché riuscivano a pensare solo a cavalli più veloci”.
Si sa, secondo Grillo il futuro è il voto elettronico, forse su questo punto non ha del tutto torto. Ma la cosa che il leader grillino non capisce è la valenza delle file ai seggi per votare. E’ vero, non è una questione di clic o di croci su una scheda, ma la voglia di partecipazione, nonostante la piattaforma Rousseau – gestita da una società privata la Casaleggio Associati – è sempre più bassa nel M5s.
Basta vedere le percentuali di votanti ai referendum proposti, o alle primarie per designare i candidati sindaco, per capire come la partecipazione non sia fondamentale nel Movimento. D’altra parte il caso Genova insegna che le votazioni vanno bene finché il risultato piace a Grillo, nel caso opposto si cancellano.
Ora le tifoserie si divideranno, tra i sostenitori del voto online e quelli delle file ai seggi, ma entrambi sbagliano l’obiettivo. Entrambi i sistemi di voto hanno i loro punti di forza e i loro punti deboli, la differenza è che un sistema, quello dei seggi, è testato e difficilmente alterabile – anche se ci sono stati casi negativi e ce ne saranno – mentre il voto online ha bisogno ancora di essere messo a punto (motivo per cui non è utilizzato in gran parte del mondo) e non garantisce ancora la trasparenza.
Il vero punto però è la voglia di partecipare, e anche quest’oggi, come spesso accade, gli elettori del Partito democratico hanno dimostrato tanta voglia di partecipazione. Quindi nonostante le polemiche di Grillo, oggi per il Partito democratico, e per il Paese è una grande giornata di democrazia. La domanda è quando ci sarà una giornata simile (anche virtuale) nel M5s, che nonostante sia la prima/seconda forza politica italiana decide i propri candidati con pochi click, e il punto non sono i click, ma i pochi.

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