mercoledì 3 maggio 2017

Melencon peggio di Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista e Art.1. Tutto il mondo è paese quando si ha a che fare con quelli di sinistra della sinistra di sinistra che più di destra non si può.

Sondaggi favorevoli a Macron, ma la sinistra di Mélenchon ha deciso di non votarlo

Francia
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I due terzi dei militanti della sinistra radicale non voterà per Macron
 
Nella consultazione interna indetta dal leader Jean-Luc Mélenchon, la sinistra radicale di ‘France Insoumise’ si è pronunciata per due terzi in favore dell’astensione o della scheda bianca per domenica prossima al ballottaggio fra Emmanuel Macron e Marine Le Pen. Alla consultazione hanno partecipato 240.000 militanti e, secondo i risultati pubblicati oggi solo il 34,83% voterebbe per il leader di En Marche!, mentre il 36,12% voterebbe bianco o nullo, e il 29,05% sceglierebbe l’astensione.
Non è una buona notizia per Macron che, pur contando su un vantaggio ancora sostanzioso sulla sua avversaria, potrebbe rischiare un bacino di voti importanti. Nel primo turno Mélenchon si era attestato al quarto posto con il 19,64%, pari a 6 milioni 972.000 voti. Ma a differenza di tutti gli altri candidati non era corso a garantire il suo sostegno al candidato centrista. In compenso, nei giorni scorsi, aveva anche avvertito i suoi elettori dell’errore che farebbero se decidessero di portare il loro voto alla leader dell’estrema destra.
Il punto però è che il timore che Le Pen possa riuscire a mobilitare un elettorato maggiore di quello che riuscirebbe a mobilitare Macron è fondato. D’altronde la mossa della leader del Front National di fare coppia con Nicolas Dupont-Aignan, a cui ha promesso la guida del governo in caso di vittoria, è un tentativo di richiamare alle urne quella Francia diffidente nei confronti dell’Europa. Quella che si era già espressa con un sonoro No alla Costituzione europea nel referendum del 2005 e che nel frattempo si è fatta sempre più affollata.
Ed è qui che si trova il filo che unisce due figure opposte: sia Dupont-Aignan, sia Mélenchon – contrariamente alle indicazioni di partito – avevano votato no a quel referendum e chissà se il loro elettorato, sulla carta così distante, ora si riunirà per ribadire il loro no alla proposta di Macron. Quella proposta orgogliosamente europeista di cui si è voluto fare simbolo in questa campagna elettorale.
Per ora i numeri gli danno ragione. Il suo vantaggio sulla Le Pen è ancora notevole. Anche se alcuni sondaggi danno la leader di FN in rimonta, la media delle consultazione ha sempre registrato un divario che si aggira intorno ai 20 punti. Un’enormità, che potrebbe addirittura aumentare se la figuraccia del discorso copia-incolla di oggi avrà strascichi e se il duello televisivo previsto per mercoledì 3 maggio risulterà favorevole a Macron.

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