Pavia vieta i simboli fascisti e omofobi
Maratona in consiglio comunale, M5S fa introdurre l’emendamento antidiscriminazione mentre il centrodestra non vota di Stefano Romano
PAVIA. Vietato sfilare a braccio teso o con bandiere o simboli che in qualche modo richiamino all’ideologia neofascista, vietate le occupazioni di suolo pubblico che abbiano lo stesso significato. E vietato utilizzare (sfilando o in manifestazioni “fisse”) anche simboli che incitino a qualsiasi tipo di discriminazione. Il consiglio comunale, dopo una lunghissima discussione chiusa a notte fonda, ha approvato le modifiche ai regolamenti di polizia locale e occupazione del suolo pubblico a cui la giunta aveva già dato il via libera. Il riferimento a simboli “contro la discriminazione” insieme a quelli neofascisti si deve al recepimento di un emendamento presentato dal consigliere M5S Giuseppe Polizzi prima del voto in consiglio comunale.
Sull’intero pacchetto di misure antifasciste e anti-discrimazione la maggioranza ha votato sì, l’opposizione non ha votato spiegando che si tratta di una iniziativa inutile visto che introduce nei regolamenti comunali norme già previste dalla legge nazionale e aggiungendo che una discussione di questo tipo ha portato via a tempo ed energie che si potevano dedicare a risolvere problemi più urgenti della città. Argomenti che il sindaco Massimo Depaoli rimanda al mittente.
E perché il centrodestra non ha votato? «Perché queste modifiche ai regolamenti amministrativi non aggiungono e non tolgono nulla alla situazione esistente – risponde Alessandro Cattaneo –. Di fatto non c’è un inasprimento rispetto a quanto previsto da una legge nazionale già in vigore: è una posizione ideologica che ha portato ad una enorme perdita di tempo che poteva essere utilizzatoi per affronatre problemi che alla gente interessano davvero».
«Le modifiche ai regolamenti – ribattono dall’amministrazione – si sono rese necessarie dopo l'oltraggio alla città e alla Resistenza della sera del 5 novembre 2016».Quella sera, un sabato, alcune decine di militanti dell’estrema destra sfilarono per il centro della città per commemorare il “camerata Emanuele Zilli”, un militante missino morto, negli anni Settanta, e sulle cui ragioni del decesso non si è mai trovata condivisione. Incidente stradale per la sinistra, agguato politico per la destra. Il corteo era stato autorizzato dalle autorità. Gli antifascisti organizzarono un presidio fisso, ma non autorizzato, sul piazzale del Ponte Coperto. Vi furono momenti di tensione e un paio di antifascisti furono presi a manganellate dalla polizia.
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