L'ex caposegreteria della sindaca si dice preoccupato per la pubblicazione di messaggi senza rilevanza penale. Strano, prima il M5S non la pensava così. E ritornano alla memoria i dossier contro De Vito e le tante crepe nel M5S Roma...
Una lunga intervista rilasciata da Salvatore Romeo al Messaggero ci dà l’idea di cosa ruota intorno alla faccenda degli omissis di Raffaele Marra. Per tre anni Romeo è stato molto vicino ai grillini in Campidoglio, aiutandoli nel loro lavoro quotidiano e nelle loro battaglie politiche: tanto vicino da poter essere qualificato come il quinto consigliere grillino in Aula dopo Raggi, Frongia, Stefàno e De Vito. Poi dopo l’arresto di Marra lui e Frongia hanno deciso per dimissioni “spintanee“, anche se non si è ancora compresa l’accusa a carico di entrambi, se non quella di essere amici di Marra.
Gli omissis che spaventano Salvatore Romeo
Oggi Romeo è caduto in disgrazia ma al Messaggero non tira fuori un’espressione di risentimento che sia una nei confronti della sindaca. Ma, lo si vede ad occhio nudo, sembra piuttosto preoccupato della possibilità che cadano gli omissis sulle chat che si scambiava con Marra e con gli altri quando era diventato capo della segreteria della sindaca con stipendio triplicato “perché ad agosto faceva caldo, ci siamo sbagliati“, come dichiarò con tipica trasparenza grillina quando fu costretto a tagliarselo.
Perché Romeo? Cosa teme?
«Se ci sono gli omissis nelle carte dell’inchiesta tali devono rimanere perché non hanno rilevanza penale».Ma magari politicamente sì.
«Faccio un esempio: se io le scrivo in una chat che sono innamorato di lei, e poi viene pubblicato, la gente penserà che io e lei siamo amanti anche se non è vero. E se avrò detto, faccio un altro esempio, che mi piaceva una segretaria, non penso che sia interessante la pubblicazione di questo dialogo».Si parla di un’imminente indagine nei confronti della sindaca proprio per l’inchiesta sulla sua nominaa capo della segreteria politica, già sconfessata anche dall’Anac. Si sente in colpa?
«No».L’inchiesta può frenare la giunta grillina a Roma?
«Penso che siano tutti attacchi strumentali, quindi credo proprio di no».Lei si è immolato sull’altare di Grillo per salvare Raggi?
«Ho pagato, questo è vero. Il mio passo indietro lo considero un atto di responsabilità necessario per consentire alla giunta di andare avanti serenamente. E soprattutto per difendere Virginia dagli attacchi interni
Innanzitutto è molto interessante che un grillino di grande ortodossia come Romeo si dichiari speranzoso che gli omissis non vengano pubblicati perché non hanno rilevanza penale. A molti infatti non sfuggirà che per la pubblicazione di notizie senza alcuna rilevanza penale ministri come Lupi e Guidi si sono giustamente dimessi, pagando un prezzo politico per cose magari dette da altri al telefono. Quando questi fatti erano d’attualità non si levarono voci dal M5S per contestare la pubblicazione di quegli atti. Oggi un grillino si rende conto che se non c’è rilevanza penale non è il caso di pubblicare segreti. È finita l’epoca dell’#intercettatecitutti insomma, chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, simm’ e’ Napule paisà.
Sembra però francamente curioso che Romeo sia terrorizzato dalla pubblicazione di quegli omissis se è vero che ci sono solo complimenti alle segretarie. Così come è curioso che oggi Romeo dica tranquillamente che saliva con la sindaca sui tetti perché «Diciamola tutta: sapevamo delle cimici in Comune dal secondo giorno di governo della città. Sul tetto ci saremo andati quindici volte, quel giorno mangiavamo un panino, come sempre, poi è uscita fuori quella foto ed ecco che è scoppiato un caso». Essere a conoscenza di un’indagine, per disvelamento dello stesso Marra, e cercare di ostacolarla finendo sui tetti è un comportamento curioso per un alfiere dell’onestà.
Salvatore Romeo: cosa c’è davvero negli omissis delle chat con Marra
Il sospetto è che invece in quegli omissis ci sia altro. Ovvero qualche traccia della guerra interna al MoVimento 5 Stelle che alla vigilia delle Comunarie ha portato poi al consolidamento della candidatura di Virginia Raggi e al ritiro di quella di Frongia. Ovvero che si parli del rapporto guastato tra molti degli attivisti 5 Stelle e la sindaca, soprattutto dopo la guerra scatenata dai dossier contro De Vito.
Qualcosa insomma che rischi di allargare le crepe che si trovano alla base del MoVimento 5 Stelle Roma e che hanno portato anche alle polemiche nei confronti di Virginia Raggi da parte della sorella della senatrice Paola Taverna, Annalisa. La sensazione è che il bubbone stia per scoppiare. E non basteranno gli omissis a frenarlo.
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