Giustizialismo addio, ma Di Maio voleva “Tutti a casa”
Un tempo Luigi Di Maio (e il M5s) la pensavano diversamente
“Per me ai politici non va applicata la presunzione di innocenza. È facendo i garantisti con i politici che abbiamo rovinato lo Stato Italiano. Altro che presunzione di innocenza. Io per questa gente vedo solo presunzione di indecenza”. Due anni fa esattamente il 14 dicembre del 2014 Luigi Di Maio si scagliava contro “una certa elite intellettualoide italiana” e spiegava che si finiva in qualche scandalo “devono dimettersi dall’incarico e farsi processare”. Lui alle “auotosospensioni” nemmeno ci credeva.
Eppure oggi è questa la panacea che emerge dal codice di comportamento per gli eletti M5S in caso di iniziative giudiziarie. Non sembra essere un caso che molte amministrazioni M5S sono coinvolte in guai di questo genere,
Ed ecco la soluzione. Il garantismo che prende il posto del giustizialismo grillino: “La ricezione, da parte del portavoce, di “informazioni di garanzia” o di un “avviso di conclusione delle indagini” – si legge infatti sul blog – non comporta alcuna automatica valutazione di gravità dei comportamenti potenzialmente tenuti dal portavoce stesso”. Essere indagati non è insomma di per sé decisivo per le sorti di un amministratore, l’importante è avvertire Beppe e Casaleggio: ha “l’obbligo di informare immediatamente e senza indugio il gestore del sito”.
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